Vita Chiesa

Iraq: Patriarcato caldeo annulla Messa di Mezzanotte. Yaldo (Baghdad), «motivi di sicurezza e rispetto»

«Motivi di sicurezza – spiega al Sir mons. Basel Yaldo, vescovo ausiliare di Baghdad –. I fedeli raccolti in preghiera di notte possono essere dei potenziali bersagli. Dobbiamo avere a cuore la vita delle persone. Al tempo stesso vogliamo mostrare rispetto e solidarietà per i martiri e i feriti nelle proteste di piazza. A tutti i nostri fedeli abbiamo, pertanto, dato appuntamento nelle chiese a Baghdad per le liturgie del 25 dicembre, tutte in pieno giorno. Come Chiesa caldea esortiamo le comunità locali a pregare ancora di più per la pace nel Paese, per la guarigione dei feriti, e per i martiri che hanno perso la vita. Saranno proprio queste le intenzioni di preghiera del 25 dicembre. La parola che ci deve muovere è riconciliazione: vogliamo dimostrare che siamo tutti fratelli, tutti vicini e amiamo il nostro Paese. In questo Natale facciamo nostro il dolore di tutti».

Nel resto del Paese, soprattutto nei villaggi cristiani della Piana di Ninive, in Kurdistan, dove la situazione è più tranquilla, la messa di mezzanotte verrà celebrata ovunque. Iniziative per i bambini sono state organizzate in diverse città, dal nord al sud del Paese. Alla preghiera si somma anche la solidarietà concreta della Chiesa che già nelle scorse settimane aveva visto il card. Louis Raphael Sako, patriarca caldeo, con altri vescovi e sacerdoti recarsi a piazza Piazza Tahrir, cuore delle rivolte, accolti con grande gioia dai manifestanti. «Abbiamo deciso di acquistare altre medicine da donare agli ospedali per la cura dei feriti, sia civili che militari – afferma mons. Yaldo -. Con il patriarca, Sako per Natale andremo a visitare anche degli orfani. Questo è il tempo privilegiato per donare gioia a chi non l’ha, un sorriso a chi è triste».

Piazza Tahrir in questi giorni di Natale si presenta con un albero di Natale al quale sono state appese le immagini dei martiri della rivoluzione, e vicino ci sono statue di Gesù e Maria. Molti giovani indossano abiti di babbo Natale, nei muri vengono dipinti motivi natalizi. «Tutto opera dei giovani musulmani che in questo modo hanno voluto sottolineare la nascita di Gesù. È un segno di grande importanza, che mostra come il popolo sia unito, al di là delle fedi, etnie e credo politico. Il nuovo Iraq nasce dai giovani».