Vita Chiesa
Istituti di scienze religiose, una realtà che parla europeo
In Toscana sono stati ufficialmente riconosciuti e approvati dalla Congregazione tre Issr: il «Beato Ippolito Galantini» di Firenze, il «Beato Nicolò Stenone» di Pisa e il «Beato Gregorio X» di Arezzo. A questi si dovrebbe presto aggiungere il «Santa Caterina» di Siena, così che le tradizionali città universitarie della Toscana hanno tutte un loro centro di scienze religiose. Tutti questi istituti sono collegati dal punto di vista accademico alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze.
Gli Issr di Firenze e Pisa hanno un nuovo ordinamento di studi quinquennale in vigore dal prossimo anno accademico 2006-2007 (mentre il vecchio ordinamento rimane fino ad esaurimento) che, secondo la cosiddetta formula «3+2», prevede un ciclo di studi triennale a carattere biblico-teologico che si conclude con una «laurea breve» (Diploma in Scienze Religiose) e un biennio di specializzazione che si conclude con una «laurea specialistica» (Magistero in Scienze religiose). La specializzazione prevede due indirizzi comuni a tutti gli Issr: quello pastorale, specifico per la formazione di animatori della comunità cristiana e quello pedagogico-didattico, per gli insegnanti di religione cattolica nelle scuole. Inoltre a Firenze sarà possibile una specializzazione in cristianesimo e religioni, mentre a Pisa ci sarà una specializzazione in spiritualità (in collaborazione con i padri carmelitani). L’Issr di Arezzo attiverà invece soltanto il ciclo triennale di studi per la laurea breve.
Un’altra novità riguarda il sistema dei crediti formativi universitari (Cfu in italiano, Ects in inglese), che è il cuore della riforma universitaria in senso europeo. Con questo sistema si sostituisce all’ottica dell’insegnamento quella dell’apprendimento, spostando l’accento sullo studente, sulla sua legittima esigenza di rendere «realistico» l’impegno richiesto per ottenere un titolo di studio e di rendere quindi lo studio universitario percorribile in tempi relativamente certi. Inoltre, il sistema dei crediti favorisce la razionalizzazione dell’insegnamento attraverso un più alto grado di coordinamento fra discipline e aiuta gli studenti a organizzare un piano di formazione più personalizzato, anche al di fuori del proprio corso di laurea. In questo modo si può auspicare un maggiore scambio di studenti tra Università e ISSR, nel reciproco riconoscimento dei diversi percorsi formativi. Il prossimo passo?
Il probabile riconoscimento di questi titoli a livello di Stato italiano. L’Europa ormai ci fa stare tutti sulla stessa barca e, al di là degli insopportabili steccati di laicisti e clericali, da queste sinergie abbiamo tutti da guadagnare.