Vita Chiesa

Kirill (patriarca di Mosca), «Chiesa cresciuta e diventata più forte». 10mila nuovi sacerdoti in pochi anni

Lungo l’elenco delle attività intraprese e delle riforme avviate dal patriarca, secondo quanto riporta il servizio stampa del patriarcato: ha riorganizzato le strutture amministrative della Chiesa, ha istituito un Comitato inter-assembleare che assume le decisioni più importanti nei 4 anni che intercorrono tra le assemblee plenarie dei vescovi; ha istituito una serie di dipartimenti, consigli e commissioni patriarcali che si occupano, tra l’altro, di monasteri e monaci, carcere, famiglia, media, cultura, sport. Le diocesi sono passate da 159 a 293, oggi divise in 57 metropolie. Kirill ha compiuto 168 viaggi e visitato 87 diocesi della Chiesa ortodossa russa. «Grazie agli sforzi della Chiesa, la teologia in Russia ha ottenuto il riconoscimento di specializzazione scientifica», mentre in tutte le scuole secondarie è stato inserito l’insegnamento «fondamenti di cultura ortodossa». Per volontà di Kirill è stata ripristinata la celebrazione annuale per la sobrietà e redatto un documento canonico su «sobrietà e prevenzione all’alcolismo».

«Io sento la vostra preghiera, il vostro sostegno e mi appoggio completamente sulla nostra unità nell’episcopato, sul clero e su tutti i fedeli. Questo sostegno non può essere espresso in numeri, ma si esprime nella forza spirituale che realmente aiuta il Patriarca a compiere il proprio ministero», ha affermato il patriarca ortodosso Kirill nell’omelia durante la divina liturgia nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, celebrata in rendimento di grazie per i sette anni dalla sua elezione patriarcale. «È stato un tempo difficile, e non ci attendiamo un futuro facile», ha detto Kirill. «Questi anni mi hanno insegnato una cosa che non avevo capito completamente fino all’elezione al trono patriarcale: non ci sono problemi e difficoltà che Dio non voglia aiutare a superare, se si desidera ardentemente l’aiuto di Dio». A sostenere il patriarca di fronte alle «molte sfide», gli organismi patriarcali e le «decisioni prese insieme, tutta la Chiesa, con la grazia Dio». Nel corso dell’omelia anche un riferimento all’Ucraina: «Continueremo a pregare il Signore in ogni liturgia perché si fermi la guerra intestina in Ucraina», ha ribadito Kirill «e si mantenga l’unità del popolo ucraino, e soprattutto l’unità della nostra Chiesa, perché è l’unità che tutela il nostro popolo dall’asservimento ad altre idee e ideologie». Nel ringraziare i presenti e per tutti i messaggi ricevuti, Kirill si è rivolto in particolare ai «giovani che stanno diventando più attivi e più responsabili nella vita della Chiesa».