L'omelia di Pasqua del card. Bassetti, “Festa che celebra la nascita di un mondo nuovo, la morte è svuotata del suo veleno”
“Per noi cristiani la Pasqua è il cuore del mondo, perché è il centro della nostra fede. È la festa che celebra la nascita di un mondo nuovo, ed è il giorno di un uomo, che era morto ed è risuscitato, ora è vivo e trionfa".

"Noi siamo qui per prendere coscienza di questo fatto, che è la nostra tradizione cristiana ed anche la nostra civiltà. Proprio perché conosciamo tutto questo finiamo per darlo per scontato”. Lo ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’omelia della Messa nella concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio di Città della Pieve, alla quale ha partecipato il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il cardinale ha ribadito che con la resurrezione di Cristo “è ritornata la vita, è ritornata la speranza”, “il mondo intero e la nostra vita hanno un altro senso”.
Nelle sue parole la consapevolezza che “questo non significa non rendersi conto dei drammi che attanagliano l’umanità – cominciando dalla pandemia, una tragedia a livello mondiale -, pensando alle guerre, alle divisioni fra gli uomini e a tutti i problemi che ben conosciamo e che sono anche nella nostra società”. “Con la resurrezione di Cristo – ha osservato il cardinale -, la morte è vinta, è svotata del suo veleno, della sua maledizione”.
Infine, il card. Bassetti si è soffermato sul fatto che “accogliere questa notizia è estremamente impegnativo, perché essa deve cambiare totalmente il nostro modo di vivere”. “Non a caso la parola Pasqua significa passaggio dalle tenebre alla luce, passaggio dalla morte alla vita, passaggio dall’odio all’amore, passaggio da quella ruggine che sta dentro di noi – spesso nei confronti delle persone – al perdono, passaggio dal peccato alla vita di grazia, passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo. Oggi Cristo ci offre questa possibilità e l’unica raccomandazione che ci fa è quella di non tornare indietro, di tagliare i ponti con il vecchio, con l’odio, con le divisioni, con tanti rancori”.
A conclusione della celebrazione, nel rinnovare il suo augurio pasquale alla comunità pievese, il cardinale ha esortato tutti a pregare Dio affinché “abbia misericordia per tanta parte della nostra umanità dove la gente muore senza medicine, senza ossigeno, senza ospedali, nelle capanne, per la strada”.
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