Vita Chiesa

LETTERA DEL PAPA: INSERIRE INTERNET E «NUOVI MEDIA» NELLA PASTORALE

In un’epoca di “comunicazione globale”, in cui i mezzi di comunicazione di massa incidono sulla “formazione della personalità e della coscienza”, “valorizzare i media” non tocca solo agli “addetti” ai lavori, ma “a tutta la comunità ecclesiale”, chiamata ad inserire Internet e i “nuovi media” nella programmazione pastorale attraverso “una sorta di revisione pastorale e culturale così da essere in grado di affrontare in modo adeguato il passaggio epocale che stiamo vivendo”. È il forte appello lanciato oggi dal Papa, nella lettera apostolica ai responsabili delle comunicazioni sociali. “I mezzi di comunicazione sociale – scrive Giovanni Paolo II nel documento – hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari e sociali”.

La Chiesa stessa, aggiunge il Papa, “avverte che l’uso delle tecniche e delle tecnologie della comunicazione contemporanea fa parte integrante della propria missione nel terzo millennio”, in un’epoca in cui “tanti momenti dell’esistenza umana si snodano attraverso processi mediatici”: tra questi, il Santo Padre cita “la formazione della personalità e della coscienza, l’interpretazione e la strutturazione dei legami affettivi, l’articolazione delle fasi educative e formative, l’elaborazione e la diffusione di fenomeni culturali, lo sviluppo della vita sociale, politica ed economica”. In questo contesto, sostiene il Pontefice, “i media possono e devono promuovere la giustizia e la solidarietà, riportando in modo accurato e veritiero gli eventi, analizzando compiutamente le situazioni e i problemi, dando voce alle diverse opinioni. I criteri supremi della libertà e della responsabilità, nell’esercizio maturo della libertà e della responsabilità, costituiscono l’orizzonte entro cui si situa un’autentica deontologia nella fruizione dei moderni potenti mezzi di comunicazione sociale”. Lo “scopo” dei “media” deve “sempre essere quello di rendere le persone consapevoli della dimensione etica e morale dell’informazione”, e le “scelte” da fare in questo ambito vanno ricondotte a “tre fondamentali opzioni: formazione, partecipazione, dialogo”. È quanto scrive il Papa, nella lettera apostolica ai responsabili delle comunicazioni sociali, in cui invita i cattolici ad un “dialogo costruttivo per promuovere nella comunità cristiana un’opinione pubblica rettamente informata e capace di discernimento”.

La “grande sfida” del nostro tempo, sostiene Giovanni Paolo II, “è sostenere una comunicazione veritiera e libera, che contribuisca a consolidare il progresso integrale del mondo”: di qui la necessità di “saper coltivare un attento discernimento e una costante vigilanza, maturando una sana capacità critica di fronte alla forza persuasiva dei mezzi di comunicazione”. Quanto al rapporto tra i media e le “grandi questioni sociali” del nostro tempo, per il Santo Padre “è necessario che le comunicazioni sociali entrino in un quadro di diritti e doveri organicamente strutturati, dal punto di vista sia della formazione e della responsabilità etica che del riferimento alle leggi e alle competenze istituzionali”.

“Il positivo sviluppo dei media a servizio del bene comune è una responsabilità di tutti e di ciascuno”, ammonisce il Papa che, “per i forti legami che i media hanno con l’economia, la politica e la cultura”, auspica “un sistema di gestione in grado di salvaguardare la centralità e la dignità della persona” e “il primato della famiglia, cellula fondamentale della società”. Non mancano, nel documento, riferimenti precisi alla pastorale delle comunicazioni ecclesiali: “La Chiesa ha la necessità e il diritto di far conoscere le proprie attività, come altre istituzioni e gruppi, ma al tempo stesso, quando necessario, deve potersi garantire un’adeguata riservatezza, senza che ciò pregiudichi una comunicazione puntuale e sufficiente sui fatti ecclesiali”.Sir

Lettera apostolica «Il rapido sviluppo»