Vita Chiesa

LITURGIA: LETTERA APOSTOLICA DEL PAPA, UN ESAME DI COSCIENZA PER RISCOPRIRE IL GUSTO DELLA PREGHIERA

Un “esame di coscienza”, a quarant’anni dal Concilio, per “riscoprire il valore del silenzio”, il “gusto della preghiera” e la centralità della domenica, “fondamento e nucleo di tutto l’anno liturgico”. A chiederlo è il Papa, nella lettera apostolica in occasione del 40° anniversario della Costituzione conciliare “Sacrosanctum Concilium” sulla liturgia, diffusa oggi dalla sala stampa vaticana. In un mondo in cui “i segno del Vangelo si vanno attenuando”, osserva Giovanni Paolo II, la liturgia “sembra messa fuori gioco da una società ampiamente secolarizzata”, che però “nonostante la secolarizzazione” ha “un rinnovato bisogno di spiritualità”. “In una società che vive in maniera sempre più frenetica, spesso stordita dai rumori e dispersa nell’effimero – si legge ancora nella lettera -, riscoprire il valore del silenzio né vitale”, e “non a caso, anche al di là del culto cristiano, si diffondono pratiche di meditazione che danno importanza al raccoglimento”. Di qui la proposta, fatta alla comunità cristiana, di “avviare una specifica educazione al silenzio”, ritrovando proprio nelle celebrazioni liturgiche “il gusto della preghiera”, a partire dalla centralità della domenica e dall’impegno a “promuovere celebrazioni degne, prestando la dovuta attenzione alle diverse categorie di perone: bambini, giovani, adulti, anziani, disabili”.

“Il mistero proposto nella predicazione e nella catechesi, accolto nella fede e celebrato nella liturgica, deve plasmare l’intera vita dei credenti, che sono chiamati a farsi araldi nel mondo”. Riassume così il Papa, nella lettera apostolica, l’insegnamento fondamentale del Concilio, a quarant’anni dal quale “è opportuno verificare il cammino compiuto” attraverso una sorta di “esame di coscienza”, chiedendosi se “la riscoperta del valore della Parola di Dio, che la riforma liturgica ha operato, ha trovato un riscontro positivo all’interno delle nostre celebrazioni” e “fino a che punto la liturgia è entrata nel concreto vissuto dei fedeli”. “Piena fedeltà” alla Sacra Scrittura e alla tradizione, una “formazione adeguata” dei ministri e di tutti fedeli”, una pastorale liturgica con al centro la Parola di Dio: queste alcune raccomandazioni del Papa in tale ambito, in cui spetta ai Pastori esercitare “un dovere di discernimento e di guida” che “non va percepito come un principio di irrigidimento”, bensì come attenzione ad evitare “abusi” che “non hanno nulla a che vedere con l’autentico spirito del Concilio”.

La “prudente fermezza” dei vescovi, aggiunge però il Papa, non impedisce di proseguire nel “rinnovamento liturgico” già avviato in questi decenni, e che “ha mostrato come sia possibile coniugare una normativa che assicuri alla liturgia la sua identità e il suo decoro, con spazi di creatività e di adattamento, che la rendano vicina alle esigenze espressive delle varie regioni, situazioni e culture”. Sir

Lettera apostolica a 40 anni dalla Sacrosanctum Concilium