Vita Chiesa

La Gmg vista dalla clausura

Sono stati moltissimi i giovani italiani che hanno partecipato, insieme ai loro coetanei provenienti da vari Stati dell’Europa e da tutti i Continenti, alla giornata mondiale della gioventù, lo scorso agosto, a Colonia. È stato per tutti loro un evento davvero straordinario. Lo abbiamo capito dalla loro gioia, dagli sguardi limpidi e profondi, dalle parole ricche di entusiasmo, dai canti, dalle danze, dai lunghi momenti dedicati al silenzio, alla preghiera, alla riflessione. È vero: questi giovani hanno saputo comunicarci tanto con la loro presenza così numerosa, così gioiosa, così vera. I Vescovi, con le loro splendide meditazioni, seguite in tutto il mondo tramite la televisione, hanno raggiunto i cuori di tanta gente, vicini e lontani. Il Papa ha parlato ai giovani riuniti a Colonia, ma anche a quelli che non c’erano.

Il bello è che, in realtà, tramite le parole del Papa, dei Vescovi e attraverso la testimonianza dei giovani, è Dio stesso che ha parlato al mondo intero, a ognuno di noi. A volte si sente dire che il Signore oramai tace, che il nostro tempo soffre il silenzio di Dio, che di fronte ai mali che affliggono l’uomo di oggi, e alle brutalità che avvengono in molte parti del nostro pianeta, Egli sta in silenzio. Ma non è, forse, l’uomo di oggi ad avere perso la capacità di stare in silenzio? Di fronte ad ogni avvenimento di cui si ha notizia, si è soliti parlarne, fare commenti, esprimere un giudizio. E Dio? Lo ascoltiamo, qualche volta? Ci limitiamo a discutere sugli eventi o qualche volta amiamo ritagliarci spazi di silenzio, passeggiate solitarie in mezzo alla natura, attimi di «ascolto», per accorgerci dei passi che Dio compie anche nel nostro tempo, in mezzo alle nostre strade, nel fondo delle nostre inquietudini, e delle «parole» che sussurra all’uomo di oggi?

In occasione della Gmg, ci siamo trovati di fronte a un vero e proprio «fiume» di gioventù che ha mostrato al mondo intero la sua gioia, la sua capacità di fare festa e, soprattutto, la sua sete di Dio, di silenzio, di preghiera. Di fronte all’odio, alle guerre, alle ingiustizie, Dio ha detto: amore, preghiera, pace. In un clima di incertezza e paure, Dio ha detto: coraggio, impegno, adorazione. Lo ha detto, attraverso di loro, a tutti noi che li abbiamo visti, abbiamo letto la cronaca di quelle giornate, abbiamo ascoltato le testimonianze. Giovani normali, giovani delle nostre strade, dei nostri quartieri, uguali ai loro coetanei in quanto a impegni, vita, ambienti di studio, lavoro, divertimento. Si sono messi in cammino, sulle orme dei Santi Magi, alla ricerca di una «stella» che li portasse a Gesù, che indicasse loro la via della vita, la strada in cui i loro sogni potessero incontrarsi con il sogno di Dio per il mondo.

«Siamo venuti per adorarlo»: questo il tema della Gmg. Il Signore invita ogni uomo del nostro tempo a incamminarsi verso di Lui, proprio come i sapienti Re Magi. I giovani sono stati un esempio per tutti, una luce, un faro luminoso che indica la via da percorrere. Con il loro pellegrinaggio, hanno mostrato quello che è il senso della vita: un cammino percorso nella notte, ma illuminato da una stella, alla ricerca di quel Bambino avvolto in fasce in una mangiatoia. Un Dio che sconvolge le nostre attese. Un Dio che ci dice: «Cammina, cerca, fatti guidare dalla “stella”, cioè dalla mia Parola, dall’Eucaristia, dalla Chiesa, da quella luce che io stesso ho acceso nella parte più nascosta, più profonda e più vera del tuo cuore. E quando mi troverai, resterai sorpreso, perché sarò diverso da come mi avevi immaginato. La mia grandezza, infatti, si manifesta nella debolezza, in tutto ciò che è piccolo e che io rendo grande. E quando mi avrai trovato, fermati ad adorarmi: tu mi porterai il dono di te stesso, ma io ti colmerò di me. E quando ripartirai, farai ritorno al tuo paese per un’altra strada, come i Santi Magi, perché la tua vita sarà cambiata. Allora, tu sarai ancora inserito nel tuo mondo, con i tuoi impegni, i tuoi affetti; ancora vedrai le guerre, l’odio, le ingiustizie. Ma la risposta sarò Io in te. Sarai tu la risposta, perché sarai diventato “stella”».

«Egli chiama le stelle ed esse rispondono: eccomi! E brillano di gioia per colui che le ha create» (Bar 3,34-35). Questa è la chiamata del cristiano di oggi: diventare stella che brilla, che illumina, che guida, con la sua sola presenza, con la sua stessa vita di amore. Questo i giovani ci hanno comunicato con la luce dei loro sguardi e delle loro esistenze alla ricerca gioiosa di Dio. La danza e il canto del loro cuore sono stati un vero e proprio messaggio di Dio al mondo.Suor Mirella CaterinaContemplative domenicane di Pratovecchio