Vita Chiesa

La Messa conclusiva: Mai da soli

(Madrid) – Cuatro Vientos si è risvegliata lentamente, questa mattina. Oltre un milione di giovani sono usciti da sacchi a pelo e piccole tende di fortuna per prepararsi alla messa finale della 26ª Giornata mondiale della gioventù (Gmg). La mattinata si è aperta con l’esibizione di un gruppo di mariachi, i tradizionali musicisti messicani; poi le suore delle Figlie della Madonna del cuore di Gesù insieme con le Piccole sorelle dell’Agnello hanno recitato le lodi. Intorno alle 9.30 l’arrivo di Benedetto XVI in papamobile e la celebrazione eucaristica, al termine della quale il Papa ha benedetto e consegnato a cinque giovani una piccola croce, mentre la stessa croce è stata donata a tutti i giovani presenti come segno del mandato missionario.

“Vi ho pensato molto”. “Cari amici, vi ho pensato molto in queste ore in cui non ci siamo visti. Spero abbiate potuto dormire un po’”. Papa Benedetto XVI ha rivolto un saluto ai giovani prima d’iniziare la celebrazione eucaristica. Facendo riferimento indiretto alla pioggia, alle nuvole e al vento che hanno segnato la veglia di ieri sera, il Pontefice ha affermato: “Sono certo che questa mattina avete alzato gli occhi al cielo, non solo il cuore”. Prima dell’eucaristia, dagli altoparlanti era stato diffuso l’annuncio che la comunione non sarebbe stata distribuita ai pellegrini, a causa dell’inagibilità, ha spiegato al SIR il direttore della comunicazione della Gmg, Rafa Rubio, “di dieci delle quattordici cappelle del Santissimo”, punti di distribuzione della comunione ai fedeli, “danneggiate dal forte vento e dalla pioggia di ieri sera”. “Chiediamo la vostra comprensione e le vostre preghiere – hanno detto gli organizzatori dagli altoparlanti – e di offrire questo sacrificio per il Santo Padre”.

Amate la Chiesa. “Non si può seguire Gesù da soli”. “Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa, che vi ha generati alla fede”. Queste le parole che il Papa ha rivolto ai giovani nell’omelia della messa, ponendo loro la stessa domanda che Gesù fece agli apostoli: “Ma voi, chi dite che io sia?”. “Rispondetegli – ha proseguito – con generosità e audacia, come corrisponde a un cuore giovane qual è il vostro”. Ma subito dopo, Benedetto XVI ha sottolineato che “seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa”. “Chi cede alla tentazione di andare ‘per conto suo’ o di vivere la fede secondo la mentalità individualista, che predomina nella società, corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui. Aver fede significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli, e che la tua fede serva allo stesso modo da appoggio per quella degli altri”. Da qui il caloroso invito ai giovani ad amare la Chiesa, che significa “riconoscere l’importanza del vostro gioioso inserimento nelle parrocchie, comunità e movimenti, così come la partecipazione all’Eucarestia di ogni domenica, il frequente accostarsi al sacramento della riconciliazione e il coltivare la preghiera e la meditazione della Parola di Dio”.

Date testimonianza al mondo. Sempre nell’omelia, un invito alla testimonianza. “Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio”. Il Santo Padre ha ricordato che dall’“amicizia con Gesù” non può non nascere “la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza”. “Non è possibile – ha rimarcato – incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede”. “Anche a voi – ha aggiunto – spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo in altre terre e Paesi dove vi è una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi e, scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di vita senza Dio”. Salutando i giovani all’inizio della messa, l’arcivescovo di Madrid, card. Antonio María Rouco Varela, li ha esortati a diventare “testimoni della vera allegria”, “dell’allegria di Cristo”, l’unica “che non svanisce”, “capace di salvare il mondo”. Al termine il card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i laici, ha rivolto a Benedetto XVI un ringraziamento chiedendogli di benedire “questo popolo di giovani missionari ‘radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede’”.

A Rio de Janeiro la Gmg del 2013. All’Angelus, da ultimo, l’annuncio ufficiale del Papa, accompagnato dall’esultanza dei brasiliani, “che la sede della prossima Giornata mondiale della gioventù, nel 2013, sarà Rio de Janeiro”. “Chiediamo al Signore – ha proseguito – che già da questo momento assista con la sua forza quanti devono organizzarla e spiani il cammino ai giovani di tutto il mondo perché possano riunirsi nuovamente col Papa in questa bella città brasiliana”. E mentre i giovani di Spagna hanno consegnato a quelli del Brasile la croce delle Gmg, il Papa ha affidato “a tutti i presenti questo grande compito: portate la conoscenza e l’amore di Cristo a tutto il mondo. Egli vuole che siate suoi apostoli nel ventunesimo secolo e messaggeri della sua gioia. Non deludetelo!”.  (Sir)