Vita Chiesa

La Toscana ad Assisi: i vespri presieduti da mons. Lojudice e la benedizione con la “chartula” di San Francesco

L’Italia  è fatta di tante forze vive che la animano e la rendono nonostante tutto  un Paese bello, libero, accogliente. E’ questa la riflessione proposta da monsignor Lojudice durante i vespri che hanno concluso la giornata di festa ad Assisi, con tanti pellegrini da tutta la Toscana.Commentando la Lettera di San Paolo ai Galati, Lojudice ha sottolineato come nel suo percorso Paolo ha capito che solo la croce libera da ogni forma di autoesaltazione anche religiosa, perché la croce lo porta direttamente nelle braccia di Dio. Come paolo, così San Francesco “alter Christus”: l’arcivescovo di Siena ha fatto riferimento agli affreschi di Giotto, e alla scena che raffigura le stimmate: un desiderio che diventa realtà, essere come Gesu. Le stimmate sono paradossalmente un dono ma anche una sofferenza in più.Questo giorno, ha aggiunto, ci porta a pensare anche al creato, casa comune: Lojudice ha ricordato le parole di Papa Francesco, secondo cui il creato protesta per il male creatole.  Non è, ha aggiunto, tema ecologista da figli dei fiori, ma tema vitale. Per questo dobbiamo difendere la casa comune coinvolgendoci in prima persona. Come fanno i santi. Non servono slogan, né dire quello che non va. Serve dare una testimonianza individuale, credibile. Eliminiamo i lamenti vuoti e impegniamoci per un bene più grande. Francesco ha fatto cosi: ha fatto scelte personali senza imporle a nessuno. Neppure alla Chiesa. Non ha mai puntato il dito. Oggi chiede a ognuno di noi un impegno preciso. Ai vescovi di tornare sempre allo stile del Vangelo. Ai sacerdoti prossimità. Agli sposi di essere generatori di vita. Agli anziani di rileggere propria storia in prospettiva di futuro. Ai bambini di ballare ascoltando un flauto. Ai nostri governanti chiede azione studiata e intelligente a favore del bene comune. Non slogan.Al termine la processione verso la basilica e la benedizione con la Chartula: il foglio su cui, con il sigillo del Tau, Francesco scrisse nel 1224, due anni prima di morire: “Il Signore ti benedica e ti custodisca. Mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Volga a te il suo sguardo e ti dia pace. Il Signore ti dia la sua grande benedizione”.

Tra i presenti ai vespri, anche il ministro degli esteri Luigi Di Maio.