Vita Chiesa

La Toscana non dimentica la Terra Santa: pellegrinaggi, si lavora per farli a novembre

A due mesi esatti dopo la chiusura delle porte della basilica del Santo Sepolcro, la più santa della cristianità, le chiese latina, greca ed armena che ne sono responsabili hanno iniziato una riapertura graduale. Da una parte le restrizioni stabilite dallo Stato di Israele, dall’altra tempi, celebrazioni e necessità delle chiese stesse, anche nel rispetto dello Status Quo.  In una recente comunicazione fr. Francesco Patton, Custode di Terra Santa, ha dichiarato: «Per il momento dobbiamo gestire con gradualità il passaggio dalla fase di quasi totale chiusura – perchè in realtà non c’è mai stata una “chiusura totale”, dentro si continuava a celebrare – a una fase di piena apertura. È un’apertura graduale, ed è un’apertura che deve rispettare anche le norme che sono state concordate con la polizia. Certamente questa fase di transizione ci aiuterà anche a capire se siamo capaci o meno di gestire una cosa che è un po’ più complessa che nei normali santuari, dove c’è una comunità che gestisce tutto mentre qui le comunità sono almeno tre».Segni di speranza dunque che fanno ben sperare per chi ha dovuto rinunciare a un pellegrinaggio o segue con interesse e preoccupazione la vita della Terra Santa.I paesi dai quali normalmente venivano i pellegrini sono stati trai i più colpiti. Il primo paese per numero di prenotazioni e di celebrazioni nei santuari della Custodia sono gli Stati Uniti, e gli Stati Uniti sono il primo paese per numero di contagi e per numero di morti. Non di meno è stata l’Italia, e subito dopo ci sono Polonia e Spagna. Bisognerà aspettare o la fine dell’anno o l’inizio dell’anno prossimo, quando le situazioni verranno normalizzate. Nel frattempo tutta la Chiesa di Terra Santa continua a pregare per la fine della pandemia e per tutti i paesi del mondo colpiti dal coronavirus.Anche la piccola porta della Basilica della Natività a Betlemme ha riaperto ai fedeli. L’ingresso nel luogo santo è limitato per motivi di sicurezza sanitaria a solo cinquanta persone. Ed è accessibile solo a chi non ha febbre e indossi coperture facciali. I capi delle chiese latina, greco ortodossa e armena in un comunicato hanno chiesto di mantenere una distanza minima di due metri tra ogni persona ed evitare ogni atto di devozione che includa il bacio delle pietre e delle icone.L’impatto socio-economico del Covid-19 deve ancora manifestarsi in tutta la sua gravità e profondità, e ci sono grandi timori per i mesi a venire.Sebbene non ci sia stata una vera e propria emergenza sanitaria preoccupa il sistema sanitario pubblico nei Territori Palestinesi che è carente e presenta numerosi problemi nei servizi forniti e nel numero limitato di prestazioni sanitarie offerte. Tutto il settore dell’accoglienza dei pellegrini è in crisi e molte persone sono rimaste senza stipendio o lavoro. Anche le numerose opere caritative presenti a Betlemme sono in sofferenza. Mancano volontari e le importanti offerte lasciate dai pellegrini in visita ma grazie a Dio il sostegno non è mancato dai tanti amici che da lontano hanno inviato aiuti attraverso i canali di raccolta del Commissariato di Terra Santa della Toscana.Nonostante il traffico aereo sia ancora fermo il Commissariato toscano sta già pensando alla nuova programmazione per permettere quanto prima ai gruppi di pellegrini di tornare a popolare i santuari della Terra Santa. Se tutto andrà bene si spera di poter realizzare il primo gruppo già nel prossimo novembre. Sicuramente sarà un modo diverso di viaggiare perché bisognerà tenere conto dei «protocolli Covid» che i ministeri del Turismo israeliano e palestinese stanno compilando in questi giorni. Diverso sarà anche il pellegrino, segnato in qualche modo dall’esperienza del lockdown e del nemico invisibile chiamato Covid-19 che ha dato un senso di precarietà e pericolo su vasta scala forse non più usuale per noi occidentali. Probabilmente i primi pellegrinaggi saranno formati da piccoli gruppi probabilmente da i più motivati o da coloro che hanno il desiderio di ritornare nella terra di Gesù. Sarà l’occasione per pensare anche a qualche proposta di itinerario nuova che offrirà l’opportunità di visitare zone della Terra Santa che usualmente non si visitano come ad esempio il deserto del Neghev o la Samaria, ma sarà anche l’occasione di fermarsi con più calma a pregare nei luoghi santi più significativi senza la fretta di proseguire con le visite e la folla che in questi ultimi anni aveva reso quasi impossibile la preghiera personale. Il lockdown riconsegna in un certo modo al pellegrino i santuari vuoti, nuovamente luoghi di preghiera e non più di file interminabili e confusione.

Chi è interessato a pellegrinaggi o sostenere l’opera della Custodia di Terra Santa può contattare fr. Matteo Brena all’indirizzo terrasantatoscana@gmail.com

Fra’ Matteo Brena

Commissario di Terra Santa per la Toscana