Vita Chiesa

La famiglia di Toscana Oggi ricorda con affetto monsignor Aldo Armani

Monsignor Aldo Armani aveva 90 anni, compiuti il giorno prima della morte il 19 febbraio. Compleanno festeggiato – si fa per dire, perché le sue condizioni erano critiche da settimane – nella rsa della fondazione Casa Cardinal Maffi a Mezzana.

Nato a Castelmaggiore di Calci, don Aldo entrò in Seminario giovanissimo. Il 27 giugno del 1954, anno mariano, l’arcivescovo Ugo Camozzo lo ordinò sacerdote. Tre mesi a San Frediano a Settimo, affidato a monsignor Raffaello Ugolini («per fare esperienza da prete»).

Poi, nel luglio del 1955, don Aldo Armani prese la «via polverosa della Maremma pisana, verso la Casa di Carità» fondata a San Pietro in Palazzi da monsignor Pietro Parducci, per assumere l’incarico di direttore del convitto maschile. Da Palazzi alla Versilia, a Seravezza, dove arrivò l’antivigilia di Natale del 1957. Poi l’esperienza di parroco a Riparbella «un piccolo paese di agricoltori – ricorderà – cui la riforma agraria aveva assegnato fazzoletti di terra e minuscole case».

Nel 1964 la nomina a parroco di Vicopisano, dove resterà per 22 anni. Don Aldo Armani lascerà Vico il 31 luglio del 1985, per servire la chiesa nazionale dei Cavalieri di Santo Stefano e, soprattutto, per occuparsi del nuovo sistema di remunerazione del clero, conseguenza del concordato fra lo Stato e la Chiesa.

Quando, nel 1994, la diocesi di Pisa aderì al progetto di un settimanale cattolico espressione di tutte le chiese locali, l’arcivescovo Alessandro Plotti chiamò monsignor Aldo Armani al timone della redazione locale. Quattro anni più tardi gli assegnerà anche il ruolo di direttore dell’ufficio diocesano delle comunicazioni sociali.

Monsignor Aldo Armani fu anche alla guida del comitato promotore degli eventi giubilari del 2000 e dello speciale anno dedicato a San Ranieri. Una vita piena, la sua, spesa per Dio, per la Chiesa, per la gente che gli era stata affidata. Ci mancherà.