Vita Chiesa

La speranza secondo Baglioni

«E la speranza è l’ombra / che ci accompagna ovunque / a volte sembra morta / ma è qui comunque / e basta un po’ di luce / anche se sta allo stremo / per ritornare in vita / là dove saremo / e non ci perderemo nel cammino / se lo sguardo in alto lanceremo…». In queste parole tratte da una canzone del celebre cantautore Claudio Baglioni, ritroviamo l’esaltazione di quella che, per ognuno di noi, è una presenza amica, che ci sostiene in ogni attimo della vita: la speranza. Essa è veramente la nostra ombra. Non ci abbandona mai e, anche nei momenti più oscuri, è lì, pronta a sussurrarci l’ultima parola, ad aprirci uno spiraglio di luce, a indicarci un cammino diverso, una possibilità nuova. È vero che a volte sembra almeno assopita, se non morta. Ma, al momento opportuno, ci dà la spinta giusta, una forza inaspettata. Ed è quello «sguardo in alto» di cui ci parla il testo della canzone che solo è sorgente per noi di questa energia vitale.

La speranza è la certezza che Dio è al nostro fianco e ci guida anche quando non vediamo più la strada. È credere che esiste ancora la possibilità e la capacità di amore là dove l’occhio sa scorgere ormai solo odio, è certezza di un futuro dove tutto sembra ormai appassito. È riuscire a trovare Dio anche in mezzo a squallore, violenza, oppressione. È credere che Dio sta operando anche dove non ne vediamo le orme.

La speranza è quella di Maria, la madre di Gesù, nel Sabato Santo: quando tutti persero la fede, ella continuò a credere nella promessa divina. In questo mese di ottobre in cui la Chiesa la prega con più intensità, Maria ci ricorda la via della speranza: di lei il Vangelo ci dice, infatti, che «meditava tutte queste cose nel suo cuore». La Madre di Gesù cercava nella preghiera e nel silenzio interiore il progetto che Dio stava delineando nella sua vita.

Sulle sue orme, uomini e donne di speranza hanno popolato la Terra nel corso dei secoli. Nei nostri tempi, ricordiamo, fra le tante, la testimonianza di Giovanni Falcone, giudice ucciso dalla mafia. Egli sapeva il rischio che correva. Non ha pensato, però, che il suo impegno serio a favore della giustizia fosse una fatica inutile. Ebbe il coraggio di esprimersi così: «A questa città vorrei dire: gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». Speranza è lottare anche quando la lotta può sembrare inutile. In realtà è già una vittoria. È già risurrezione.Suor Mirella Caterinadelle contemplative domenicane di Pratovecchio