Vita Chiesa

La veglia a Marienfeld

Tra i giovani in attesaIn centinaia di migliaia sul prato di Marienfeld. Li attende una notte di veglia e preghiera, ma soprattutto l’incontro “a tu per tu” con Benedetto XVI. Una distesa immensa di giovani di tutte le razze, bandiere di tutto il mondo, colori, tende, zaini. Van Toren, 26 anni, viene dalle Filippine. “La fede – dice – è importante per i giovani perché é soprattutto una esperienza dell’amore di Dio. Dà senso e illumina la nostra vita indicandoci la via da percorrere”. Van parla del rapporto che i giovani avevano con Giovanni Paolo II. “Ci ha dato tutto ma soprattutto ci ha amati talmente tanto da ricordarsi di noi negli ultimi momenti della sua vita. Noi questo lo abbiamo capito e per questo lo abbiamo seguito. Sono sicuro che Benedetto XVI fará lo stesso. Noi, questa sera, glielo chiederemo”.

Josline Chabou, 31 anni del Libano, ha ancora negli occhi le immagini della nottata di Tor Vergata, durante la Gmg del 2000. “Di quella sera – racconta – ricordo tutto. Oggi sento la stessa atmosfera di allora. Aspetto Benedetto con speranza. Cammineremo mano nella mano con lui perché, sono sicura, continuerà sulla strada che Giovanni Paolo II ha aperto nei nostri cuori”.

Tra i giovani c’è anche un gruppo di 130 ragazzi dalla Namibia. “In questa notte di veglia con il Papa – dice Patrick Misomali, 33 anni – pregheremo per la pace nel mondo, per la pace nei nostri Paesi e per la pace nei cuori di ogni uomo. Pregheremo per i giovani che sono qui, perché come ci ha chiesto il Papa, sappiano aprire il loro cuore a Dio ed essere testimoni di Lui nei luoghi dove vivono”.

Alle 19,43 arriva il PapaAlle 19.43 Benedetto XVI è arrivato sulla spianata di Marienfeld a bordo della Papa-mobile bianca scortato dalle forze dell’ordine. Quando le immagini del suo arrivo sono apparse sui maxischermo i giovani hanno cominciato a scandire “Benedetto-Benedetto”. Il papa ha attraversato in Papa-mobile la spianata di Marienfeld ormai strapiena di giovani. I più fortunati sono quelli che lo vedono passare da vicino. Quelli che invece sono nei settori più esterni si accontentano di sventolare bandiere e seguire l’arrivo del Papa in video. I più intraprendenti, invece, cercano di dirigersi nelle zone centrali ma vengono fermati dalla sicurezza. Cori per Benedetto XVI si alzano anche dai settori più lontani. Dai maxischermi arrivano le immagini aeree di Marienfeld. Alle immagini si aggiungono le note dell’inno “Venimus adorare eum, Emmanuel”. I pellegrini cantano tutti.Ci si prepara all’inizio della Veglia. Rintocchi di campana per Giovanni Paolo IISi apre nel ricordo di Giovanni Paolo II la veglia di preghiera nel campo di Marienfeld dove sono accorsi circa 800mila giovani per quello che è il penultimo appuntamento di questa XX Giornata mondiale della gioventù che si chiude domani con la messa di Benedetto XVI. Il Papa appena arrivato sul palco ha benedetto una campana in memoria del suo predecessore su cui sono state incise le seguenti parole, “Io ti rendo lode, io ti proclamo, il Papa mi ha benedetto sarò chiamata Giovanni Paolo II”. E con i rintocchi della campana la Veglia ha avuto il suo inizio. Poco prima il canto “Jerusalem, Jerusalem”, aveva accompagnato la lenta marcia di avvicinamento della Croce delle Gmg verso il palco. Ai lati del sentiero che porta all’altare sono state poste delle candele accese.Il Papa, sorridente, si è intrattenuto a salutare vescovi e cardinali. Dalla cima della collina il Papa ha allargato le braccia come ad abbracciare le centinaia di migliaia di giovani accorsi che hanno risposto con un grande boato. Migliaia di candele acceseMigliaia di candele si sono accese questa notte sulla spianata di Marienfeld. Per ognuno dei giovani presenti che stanno seguendo tutti in piedi il programma dai maxischermi, ha un significato diverso. Per Ashley Daotrich, 17 anni della Pensilvenia (Usa) che la tiene accesa tra le mani mentre segue sul maxischermo la veglia “significa che i giovani vogliono accendere una luce di speranza nel mondo in un momento in cui si guarda al futuro con paura”. Per Anita Pelzer, 18 anni, di Linburg (Germani) è, invece, “un segno di gioia ma anche di profonda intimità con Dio”. Per Dalia Hamoi, della Siria, “é un messaggio di pace che i giovani vogliono lanciare da Marienfeld”. “Quando cala la notte – spiega accanto a lei Maha Bustani, siriana – tutti cercano una luce attorno alla quale riunirsi. Ecco, questa candela vuole essere un segno di speranza in un mondo che spesso si trova a vivere momenti di oscurità”. E Anna Gaczkoluska, della Polonia, aggiunge: “È il segno più bello che potevamo trovare per esprimere in maniera unanime l’intenzione di tutti i giovani del mondo di costruire un futuro migliore”. I giovani colpiti dal richiamo alla santitàUn messaggio che sa di programma di vita. Almeno così sembra dalle prime reazioni dei giovani che ieri sera hanno partecipato alla Veglia di preghiera a Marienfeld, a 30 Km da Colonia. Le parole di Benedetto XVI hanno colpito per la loro “semplicità e profondità”. “Un discorso impegnativo, ricco di indicazioni – dice Juan, spagnolo di Alicante – ci richiama ad una fedeltà al Vangelo che al momento attuale appare urgente. Oggi tutto viene consumato velocemente mentre il Vangelo ci fa riscoprire il gusto delle cose vere ed essenziali, la preghiera innanzitutto. Riscoprire ciò che è essenziale nella vita rappresenta un passo verso la santità”.

Colpiti dal richiamo alla santità anche tre giovani volontari, Maria, Hakim e Julia, da Vienna: “La presenza di così tanti giovani qui a Colonia rappresenta un segno di impegno e di buona volontà da parte dei nostri coetanei a costruire un mondo nuovo basato sui valori evangelici. La storia ci insegna che le ideologie hanno avuto a volte esiti disastrosi sfociando nell’estremismo e nell’integralismo. Quello che possiamo fare per evitare tutto questo è vivere il Vangelo nella nostra vita quotidiana e nel nostro ambiente. Fare bene le cose piccole è segno di santità”. Dello stesso avviso anche due ragazzi da Pavia, Stefano e Davide: “Ci ha colpito la continuità con le parole di Giovanni Paolo II che spesso invitavano alla santità. Riascoltare questo invito ci ha fatto molto piacere”.

L’invito a vivere una vita piena, addirittura rivolta alla santità. È questo il messaggio del Papa che più ha colpito i giovani di Marienfeld. Lo hanno seguito non tanto attraverso le traduzioni mandate in onda dalle radioline, ma nelle diverse lingue in cui il Papa ha letto il suo discorso. “Quando l’uomo cerca di dirigere il mondo e la propria vita da solo – dice Fernando Zepeda, Messico, 23 anni – perde se stesso e il senso di quello che fa. È stata l’esperienza del secolo scorso ma é anche quello che vivono tante persone oggi. È forse questo il punto del discorso del Papa che più mi ha colpito. Perché molti di noi hanno sperimentato questo vuoto e la difficoltà di riempirlo. Il Papa ci ha indicato in Cristo la luce di Colui che solo può condurci alla vera felicità. Credo che quando tanti giovani sono disposti ad ascoltare qualcuno che ti dice queste cose, allora vuol dire che la Chiesa é ancora viva, nonostante in tanti oggi ritengono il contrario. Ma vuol dire soprattutto che Dio parla ancora nei cuori dei giovani”.

Thesia e Francisca, tedesche, 17 anni, dicono invece di essere state colpite dalla parte in cui il Papa ha parlato dei santi. “È santo – dice Francisca – chi accoglie, ad esempio, un anziano solo in casa o quei genitori che abbracciano con amore un figlio con disabilità. Tutti possiamo essere santi”. E Jenny Marx (Germania), 16 anni, aggiunge: “È santo Colui che permette a Dio di cambiare la propria vita”.

Le impressioni dei giovani“Le parole, pronunciate dal Papa hanno una valenza universale. Se seguissimo i suoi consigli veramente ci sarebbe maggiore unità e comunione”. È positiva l’impressione di Sylwia Kubat, 21 anni, polacca. Sylwia è stata molto felice anche della campana dedicata a Giovanni Paolo II, all’inizio della Veglia, e il ricordo del Papa polacco durante l’omelia. “Noi giovani siamo grati a Giovanni Paolo II per le Giornate mondiali della gioventù, che sono un momento di crescita spirituale per ragazzi di tutto il mondo”.

George Aslan, tedesco di 28 anni, a sua volta, commenta: “Finora ho molto apprezzato le parole di Benedetto XVI; mi aspetto che anche oggi lanci un messaggio significativo per i giovani”. Sandie Rousseau, francese di 23 anni, ha apprezzato, soprattutto, “l’invito del Papa a seguire Cristo senza paura”. “Sono stato contento che il Papa – osserva Jalal Khalil, palestinese di 19 anni – abbia invitato a pregare per la pace. Credo che il Papa possa giocare un ruolo fondamentale per la convivenza pacifica nella mia terra”.

“Tutti i giovani insieme, di tutte le diverse religioni possono cambiare il mondo e fare grandi cose insieme, però solo se ci rispettiamo e soprattutto rispettiamo le nostre differenze di fede”. Così Clara Granero, 20 anni argentina, mentre si prepara per la messa. “Sono molto contenta di essere qui, io amo questo Papa – dice – tutto quello che dice è positivo, anche il riferimento a Giovanni Paolo II, lo ho apprezzato molto. Wojtyla è un modello da seguire e presto sarà proclamato santo”.

“La Veglia è stata una grande emozione, ho quasi pianto – racconta Liliale Imeza, 27 anni, proveniente dal Rwanda –. Quando Benedetto XVI ha parlato ieri sera, ho sentito che la Chiesa, nonostante quello che si dice, è forte, unita e giovane e che i ragazzi amano Gesù e Dio in modo molto forte”.

“Siamo molto felici di essere qui, anche se ieri sera abbiamo avuto qualche problema con l’organizzazione: erano finiti i posti nel nostro settore e ci hanno spostato – affermano Dondon De Jesus, 30 anni, Marilyn, 26 anni, Arge Gallardo, 23 anni, tutti provenienti dalle Filippine -. Comunque sia, il discorso del Pontefice e la Veglia hanno ripagato tutte le nostre fatiche”.

I discorsi per la XX Gmg a Colonia