Vita Chiesa

Le camicie indiane della solidarietà

di Giovanni SeminoMonsignor Francis Kallarakal, vescovo del Kttpuram nella diocesi indiana del Kerala, ha fatto un lungo viaggio per raggiungere Firenze dove mercoledì scorso, presso la sede di Unicoop in via Santa Reparata, si è fatto il punto della situazione del progetto «un cuore si scioglie». All’incontro, cui hanno partecipato Luciano Rossetti, direttore del settore soci e consumatori, e Claudio Vanni, responsabile delle relazioni esterne del gruppo Unicoop Firenze, era presente anche una delegazione del villaggio di Madaplathuruth con due suore dell’ordine francescano di Sant’Elisabetta.

In questo villaggio quattro anni or sono, grazie al progetto «Un cuore si scioglie», si costruirono le prime case in muratura per le famiglie povere, che vivevano in capanne con il tetto di foglie di cocco e i muri di fango: ad oggi ne sono state ultimate un centinaio. «Si è creato un ponte con Firenze – ha detto il vescovo Kallarakal – grazie al progetto “un cuore si scioglie” e all’aiuto dei fiorentini. Prima la casa e poi il lavoro, che per le giovani donne del nostro villaggio è essenziale per la loro dignità, per procurarsi la dote che per tradizione devono avere per potersi sposare. Certo ci sono stati tempi difficili – ha concluso il monsignore – tempi in cui qualcuno avrebbe voluto ostacolare il nostro progetto considerato come troppo avanzato. Ma poi il contagio della solidarietà ha avuto il sopravvento. I problemi sono ancora tanti, lo tsunami ha colpito marginalmente anche i nostri villaggi, la cui risorsa principale, la pesca, in questi mesi è venuta a mancare. Confidiamo comunque nella Provvidenza che ci ha fatto incontrare gli amici italiani che non ci fanno mancare il loro sostegno».

Madre Daniela Capaccioli delle suore francescane di Sant’Elisabetta, che dieci anni fa si stabilirono con la loro missione nel villaggio di Madaplathuruth, ha detto: «Quando incontrammo per la prima volta monsignor Kallarakal gli chiedemmo “cosa possiamo fare per questa gente, come possiamo renderci utili?” e lui ci dette 3 input: evangelizzazione, casa, salute. Per quanto riguarda l’evangelizzazione ci hanno molto aiutato le tante giovani che si sono avvicinate a noi facendo da tramite con la cultura del luogo: la nostra è una missione che ha avuto il dono di tante vocazioni, quasi quaranta in dieci anni». La casa però era un vero problema: nel villaggio mancano anche fognature, energia elettrica, acqua potabile. «Oggi abbiamo circa cento case in muratura e 32 donne lavorano nella fabbrica di camicie» prosegue madre Daniela. «Quello della fabbrica è un sogno che si è realizzato; ora sarebbe bello poter realizzare un ambulatorio per le donne e una scuola materna per i più piccoli». Gli indiani infatti vivono molto dignitosamente la loro condizione di povertà e preferiscono ricevere un aiuto costruttivo che rispetti la loro dignità. «Questa della Coop non è un’operazione commerciale, ma equo-solidale – ha commentato Claudio Vanni – per dare aiuto, lavoro e dignità. Le suore ci presentarono le necessità di queste persone: di qui l’idea della fabbrica di camicie, da far sorgere su un terreno acquistato da loro». Costruita in muratura, secondo tutte le norme di sicurezza, la fabbrica dà lavoro a 32 giovani donne (saranno 50 entro la fine dell’anno). La produzione va ad integrare quella fatta nei laboratori sparsi nei villaggi, che hanno permesso a tutti i toscani di comprare le camicie del Kerala. Il costo complessivo di questa fabbrica è stato sostenuto da Unicoop Firenze e da tutti coloro che in questi due anni hanno acquistato le migliaia di camicie prodotte a Madaplathuruth.

«Siamo qui oggi – ha spiegato Rossetti – per presentare un progetto per portare acqua nelle case del villaggio. Vogliamo cercare di migliorare la qualità della vita delle persone, perché c’è carità e carità, e noi abbiamo scelto una carità che crei sviluppo». Le lavoratrici del villaggio avranno per la prima volta un contratto collettivo: godranno di un trattamento salariale superiore rispetto a quello locale e di garanzie assicurative. Verrà introdotta un’assicurazione sanitaria per malattia e maternità, sarà abolito il cottimo e infine sarà istituito un fondo di microcredito per le donne più povere del villaggio. Inoltre grazie ad un accordo con Coop Italia 80 mila camicie saranno inserite nel circuito di vendita nazionale con il marchio Solidal.