Vita Chiesa

Le nuove sfide della catechesi

di Roberto Massimo

Non solo la «grammatica» dei sacramenti, ma anche i problemi educativi della trasmissione della fede. Non solo cosa è cambiato dal Documento di Base di alcuni decenni fa e dai Catechismi, ma anche catechesi familiare e nuovi linguaggi.In continuità con i seminari degli scorsi anni la Commissione regionale toscana per la Dottrina della fede e catechesi, ha quest’anno affrontato la riflessione sull’intero Progetto Catechistico Nazionale, per individuarne qualità e limiti e, soprattutto, per proporne un rilancio alla luce delle esperienze e della prassi catechistica delle nostre parrocchie.

A questo proposito mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno e Delegato Cet per la catechesi, ha elencato una serie di nodi da sciogliere, ai quali hanno poi risposto i due relatori del Seminario: don Guido Benzi (Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale della Cei) e don Tonino Lasconi (parroco, catecheta, scrittore e giornalista).

Mettendo insieme quesiti, contributi dei partecipanti e soluzioni proposte, si può individuare nella comunità cristiana, impegnata in una pastorale organica e integrata (e qui il riferimento non è solo al Convegno di Verona, ma anche ad esigenze pastorali piuttosto sentite), la risposta a quel problema educativo globale avvertito sempre di più dai catechisti. Progetto educativo che sappia far vibrare la persona di Cristo nelle generazioni di fanciulli, ragazzi e giovani, che si avvicendano nella catechesi parrocchiale e che, purtroppo, emigrano dopo i sacramenti o le prime esperienze personali. Forse è il caso di pensare ad una pastorale di rigenerazione, caratterizzata da relazioni vere e flessibili, da parte di una comunità profetica che celebra, che comunica la Parola e il mistero di Cristo nella carità. Ecco qui l’integrazione organica dell’ambito catechistico, liturgico e caritativo. È nella capacità di relazione che sta il presupposto affinché ogni atto catechistico possa diventare annuncio che accompagna il cammino di fede.

Sul fatto poi che gli stessi testi Cei, inflazionati e messi in ombra da una selva di sussidi, abbiano quanto meno bisogno di una revisione almeno grafica e di linguaggio, tutti si sono trovati concordi. Resta però il fatto che i testi attuali fanno pur sempre parte di quel Progetto Catechistico Nazionale probabilmente non pienamente accolto e sviluppato.

Nelle conclusioni del seminario, svoltosi dalle Suore Vincenziane di Quercianella, don Cristiano D’Angelo (incaricato della Commissione Regionale dei Direttori degli uffici catechistici diocesani), ha affermato che pur nella complessità dei problemi il clima positivo del convegno consente di mettere in campo risorse per sviluppare possibili scelte di un progetto su cui le diocesi della regione stanno già lavorando. Mons. Giusti ha poi auspicato una revisione del Progetto Catechistico Nazionale, declinato in modo popolare che consenta di affrontare le sfide della cultura e della società di oggi. Affermando la validità dei testi Cei, che è sempre possibile migliorare e attualizzare, il vescovo di Livorno ha proposto il rilancio, a livello regionale, dell’iniziazione cristiana che faccia tesoro delle esperienze positive che certamente non mancano nelle nostre Chiese particolari, in modo da riaffermare la centralità del Giorno del Signore, la validità della catechesi familiare e lo sviluppo della mistagogia.

Non è mancato infine l’occasione per proporre agli oltre cento partecipanti tre schede di lavoro, su cui i gruppi si sono confrontati. Preparate dai direttori e catechisti della Commissione Regionale trattavano dell’integrazione fra progetto catechistico nazionale e iniziazione cristiana, del come e del perché rinnovare il progetto catechistico per i ragazzi e i preadolescenti, nonché del valore della «narrazione» come categoria essenziale della trasmissione della fede.

La Commissione Regionale si è lasciata con l’impegno di riprendere e portare avanti tutto quanto è emerso.