Vita Chiesa

Le religioni si incontrano nelle «Piazze» di Arezzo

di Giacomo GambassiDue cardinali, l’ex presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, i metropoliti ortodossi, il portavoce dell’arcivescovo anglicano di Canterbury in Vaticano, il vescovo luterano di Svezia. Se non fossimo Arezzo, sembrerebbe di stare ad Assisi in mezzo ad uno degli incontri ecumenici voluti da Giovanni Paolo II per segnare passi decisivi nel cammino di riconciliazione fra le fedi.

E, invece, tutto questo è accaduto in un angolo di Toscana, fra la città di Petrarca e il monastero di Camaldoli. Tappe delle «Piazze di maggio», uno dei cinque eventi nazionali voluti dalla Conferenza Episcopale Italiana per avvicinarsi al convegno ecclesiale di Verona. Una settimana dedicata alla cittadinanza, organizzata dalla diocesi e da Rondine-Cittadella della Pace, a cui hanno partecipato più di 10mila persone, che negli ultimi tre giorni è stata declinata guardando all’incontro fra le religioni.

Il dialogo fra ebraismo e cristianesimo ha avuto come sfondo Camaldoli, dove si sono confrontati il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, e Amos Luzzatto, ex presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche. I nodi sui quali le due personalità si sono ritrovate alleate sono stati la purificazione della memoria, il rapporto con la parte più povera del mondo, la tutela della famiglia e il rispetto della persona. «Non rubare – ha spiegato Luzzatto in sintonia con Kasper – significava soprattutto non rubare la persona. E oggi la persona è in pericolo, minacciata dall’oppressione politica, dalle formule che si ripetono, dalla moda che ti nega ogni possibilità di scelta». «E le città non possono essere sane – ha detto Kasper – se si fondano su famiglie che non sono felici».

Poi il dialogo fra le Chiese nel palazzo vescovile di Arezzo. Un incontro che ha riunito intorno allo stesso tavolo i rappresentanti delle varie confessioni giunti da tutta Europa. Europa che rischia lo sfaldamento se non tiene conto delle sue radici cristiane, hanno spiegato all’unisono gli invitati. «Serve l’ecumenismo del quotidiano, che parte dal basso», ha affermato il Vescovo di Achaia, Athanasios. «E dobbiamo capire che non siamo pericolosi, ma tutti cristiani», ha detto il Vescovo Tihon della Chiesa Ortodossa Bulgara. Sulla stessa lunghezza d’onda John Flack, rappresentante dell’Arcivescovo di Canterbury e il Vescovo luterano di Svezia, Nordin: «C’è un’unica cittadinanza: quella cristiana».

E il dialogo si è trasformato in preghiera fra le navate della cattedrale. Una preghiera comune, scandita da due letture, una riflessione e lo scambio del gesto della pace. Un rito essenziale, capace di unire e di «lasciarsi alle spalle secoli gravati dal peso della differenza», ha detto Kasper che ha guidato la meditazione insieme al cardinale Jean-Louis Tauran, ex «ministro degli esteri» vaticano e attuale Bibliotecario di Santa Romana Chiesa. Ormai le acredini appartengono al passato. «Dopo secoli di separazioni e lacerazioni – ha detto Kasper – finalmente abbiamo iniziato a percorrere la via che ci avvicina gli uni agli altri: è la via della riconciliazione». Ed ecco anche il senso delle giornate ecumeniche delle «Piazze di maggio». «La testimonianza di mutuo rispetto che parte da Arezzo si deve propagare alla città multietnica e multiculturale». Città dove, ha detto Kasper, «tutti possano vivere senza paura e si sentano amati e accettati».

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