Vita Chiesa

MCL, VISITA IN TOSCANA DEL VESCOVO BOSNIACO MONS. KOMARICA

Nuova iniziativa di solidarietà internazionale del Movimento Cristiano Lavoratori della Toscana che ha organizzato la visita nella nostra regione di monsignor Franjo Komarica, vescovo di Banja Luka (Bosnia).

Monsignor Komarica rimarrà in Toscana due giorni: lunedì prossimo (20 febbraio) incontrerà i dirigenti del Mcl Lucca nella sede provinciale in via San Nicolao 26. La sera invece parteciperà a una cena a Viareggio, occasione per raccogliere fondi per un progetto a favore dei bambini della diocesi.

Martedì 21 febbraio monsignor Komarica visiterà alcune aziende della provincia di Pistoia per comprendere la realtà imprenditoriale della Toscana e riportare esperienze utili all’economia bosniaca.

Nel pomeriggio il Vescovo di Banja Luka incontrerà monsignor Simone Statizzi, vescovo di Pistoia; la sera monsignor Komarica incontrerà i soci del Movimento durante una cena di solidarietà che in programma al Circolo Mcl di San Pierino Casa al Vescovo, vicino a Pistoia. All’incontro parteciperanno anche il presidente nazionale del Mcl Carlo Costalli e il responsabile nazionale del dipartimento studi sociali Piergiorgio Sciacqua.

“Assieme alla Macedonia, la Bosnia-Erzegovina è la repubblica più povera della ex Jugoslavia – ricorda il presidente regionale del Mcl Federico Gorbi – . Tre anni di lotte etnico-religiose hanno distrutto l’economia e le infrastrutture della Bosnia, provocando un incremento della disoccupazione e un crollo della produzione dell’80%, oltre a causare la morte di un numero imprecisato di persone, compreso comunque tra le 60 e le 200 mila, e aver reso profuga metà della popolazione. Benché i cattolici oggi nella Bosnia-Erzegovina rappresentino una minoranza, la storia della Chiesa cattolica, in questo Paese, è molto lunga e risale addirittura ai tempi della predicazione degli apostoli. Il numero dei cattolici nella diocesi di Banja Luka è diminuito molto per le tante persecuzioni durante gli anni novanta. Oggi in tutta la diocesi vivono soltanto 42.000 fedeli. Durante il conflitto sono stati uccisi più di 800 fedeli, in gran parte civili innocenti brutalmente assassinati per il loro credo religioso, tra i quali anche sette sacerdoti e una religiosa”. (cs)