Vita Chiesa

MIGRAZIONI: MESSAGGIO FINALE DEL CONVEGNO CEI, «I CRISTIANI SONO VIANDANTI NON SEDENTARI»

“Le migrazioni aprono problemi e sollecitano scelte sulle quali neppure fra cristiani è sempre facile un sentire comune. Lo sguardo di Dio sullo straniero deve diventare anche lo sguardo della sua Chiesa. Difendendo attivamente la dignità degli stranieri e promuovendo la giustizia nei loro confronti, la comunità ecclesiale e i singoli cristiani mostreranno visibilmente chi è il loro Dio”: il Convegno Cei sulle migrazioni, iniziato lo scorso 25 febbraio, si è chiuso oggi a Castelgandolfo, con questo messaggio alle Chiese in Italia.

“La comunità ecclesiale – si legge ancora – è stata generalmente pronta nell’accogliere gli immigrati. Ma proprio perché la testimonianza della carità è via privilegiata di evangelizzazione è importante rendersi finalmente conto che le migrazioni sono un problema teologico e pastorale e non solo sociale e politico”. Il primo compito della comunità cristiana di fronte al fenomeno delle migrazioni diventa quello di ‘rievangelizzare se stessa’: “in modo particolare gli stranieri e i loro problemi fanno riscoprire alle nostre comunità la spiritualità del sentirsi “stranieri nel mondo” che Gesù fino all’ultimo richiese ai propri discepoli” contro il pericolo che “i cristiani delle nostre comunità più che ‘viandanti'” siano più spesso “‘sedentari’, accomodati nella mentalità individualista e consumista, da cui assorbono interessi, metodi e scelte”.

L’immigrazione, per gli oltre cinquecento partecipanti al Convegno di Castelgandolfo, ” pone alle nostre comunità una sfida provvidenziale e permette di sperimentare una grazia promettente”, che richiedono “una fede cristiana forte, convinta, una chiara identità” senza le quali non ci potrà essere un “autentico dialogo” al fine di “convivere positivamente con altre fedi religiose”.“Andare con simpatia ed amore incontro agli uomini di ogni razza, lingua, nazione e religione che le migrazioni hanno portato in mezzo a noi, condividendone attese e speranze” – conclude il messaggio – aiuterà le nostre Chiese ad essere testimoni più coerenti del proprio Maestro facendosi lievito nella società italiana di nuovi e più rispettosi rapporti di accoglienza, solidarietà e dignità che impegnano sulle vie della giustizia e della pace”.Sir