Vita Chiesa

Madre Teresa, le tante visite in Toscana

DI MARIO BERTINIIl primo approccio di Madre Teresa con la Toscana avvenne a Firenze il 23 luglio del 1974, quando il compianto monsignor Giancarlo Setti la portò in visita alla Basilica di San Lorenzo e in udienza dal cardinale Ermenegildo Florit. In quell’occasione monsignor Setti le fece girare anche le strade più povere del suo quartiere con la segreta intenzione di farle aprire una casa d’accoglienza nei pressi della Stazione di Santa Maria Novella. Fallì l’intento, ma l’invito non fu vano perché, alcuni anni dopo e in altre circostanze, una casa fiorentina di Madre Teresa fu aperta in una struttura messa a disposizione dell’Opera di don Facibeni.

Il tutto ebbe una lunga premessa nel Natale del 1979, quando don Alfredo Nesi volle far visita a Madre Teresa nella sua casa madre di Calcutta. Chi scrive queste note ricorda d’aver consegnato a nome dell’allora arcivescovo di Firenze Giovanni Benelli una lettera alla Madre dove, probabilmente c’era la richiesta ufficiale per l’apertura di una casa fiorentina.

L’idea maturò alcuni anni dopo. Il 13 maggio 1981, infatti, il giorno dell’attentato al Papa, Madre Teresa era a Firenze invitata dal Movimento per la vita per una festa nell’occasione della chiusura della campagna referendaria contro l’aborto. Il tragico evento di Piazza San Pietro fece sì che la festa si trasformasse in una veglia di preghiera e Madre Teresa, durante la Messa presieduta dal cardinale Benelli, ripetè la sua storica frase: «Fate che in questa città nessun bambino venga ucciso nel ventre della madre… Se avete paura del bambino che sta per nascere datelo a me: Dio lo proteggerà e le mie suore si occuperanno di lui…».Poi le cose andarono come andarono, l’aborto fu istituzionalizzato, ma Madre Teresa, fedele alla sua promessa, aprì a Firenze, in una struttura dell’Opera Madonnina del Grappa, la sua casa famiglia per ragazze in difficoltà per la propria maternità. Da quel momento, Missionarie della Carità e Opera Madonnina del Grappa divennero un tutt’uno sia pure nel rispetto delle proprie autonomie. L’11 febbraio del 1991, mentre l’Opera approdava per la prima volta in Albania per aiutare le locali suore di Madre Teresa, a Piombino veniva aperta una casa per Missionarie della carità contemplative su richiesta di un altro vescovo toscano, monsignor Angelo Comastri, attuale arcivescovo prelato di Loreto, che, prima come parroco e poi come titolare della diocesi di Massa Marittima-Piombino, aveva già accompagnato Madre Teresa attraverso visite storiche a Porto Santo Stefano e successivamente a Massa Marittima e Portoferraio.Sempre nella nostra regione, a Perignano, in provincia di Pisa ma diocesi di San Miniato, Madre Teresa fu accolta il 20 maggio 1990 in un tripudio di folla.Ancor prima, altre due occasioni storiche avevano visto il 17 maggio 1986 Madre Teresa sull’isola penitenziario di Pianosa e al Palasport del capoluogo toscano in occasione della proclamazione di «Firenze capitale della cultura europea». Non sono mancate presenze meno ufficiali con visite alle parrocchie fiorentine di Badia a Ripoli, San Gervasio, Castello, Sant’Antonino a Bellariva e al Seminario.Ma non si creda che la scelta di Madre Teresa di privilegiare la nostra regione sia stata condizionata dalla bellezza del nostro territorio o dalla storia oppure dall’arte che hanno reso celebre la Toscana nel mondo. Tutt’altro, semmai, Madre Teresa è venuta per farci scoprire, da noi come in tutto il mondo, itinerari e presenze di estrema povertà.

Madre Teresa, la piccola grande donna del XX secolo

La vita

Una donna scomoda (di Angelo Comastri)