Vita Chiesa

Mediterraneo, Raspanti: sinodalità via di spiazzamento che rigenera la Chiesa

“Intendo dire” ha specificato mons. Raspanti “che non si può più rispondere alla situazione europea qualitativamente nuova con una strategia di ricristianizzazione o di conservazione e contenimento, «ma solo nel quadro di una visione missionaria comparabile alla fondazione delle comunità cristiane scaturite dal paganesimo»; occorre cioè riscoprire una dinamica di vera e propria ecclesiogenesi. Questi nostri incontri li interpreterei nel solco della sinodalità che favorisce in noi la consapevolezza e, in qualche modo, già realizza la dinamica di una nuova genesi della Chiesa. La diversa situazione nella quale versano le nostre Chiese ci può arricchire vicendevolmente se troviamo il giusto equilibrio di un continuo scambio fraterno”.

Poi per avviare il dialogo tra i vescovi convenuti a Firenze, il vicepresidente della Cei così si è espresso: “La sinodalità ci incammina sulla via dello spiazzamento, come spiazzante, se non scandalosa, è la passione di Cristo, via unica che consente un vero cammino sinodale, necessario alla riforma della Chiesa: «La riforma della Chiesa poi –e la Chiesa è semper reformanda–è aliena dal pelagianesimo. Essa non si esaurisce nell’ennesimo piano per cambiare le strutture. Significa invece innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi condurredallo Spirito. Allora tutto sarà possibile con genio e creatività». Il cammino della sinodalità, che «è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio», è il modo suggerito dal Pontefice per porre in essere pienamente la visione ecclesiologica sviluppatasi nell’evento conciliare. Riprendiamo Ad Gentesquando descrive l’effettiva azione missionaria di predicazione del Vangelo e di impiantazionedella Chiesa, per ritrovarvi utili orientamenti. Anzitutto il decreto menziona l’innesto di questa azione nel movimento di Cristo medesimo: «La Chiesa per essere in grado di offrire a tutti il mistero della salvezza e la vita che Dio ha portato all’uomo, deve cercare di inserirsi in tutti questi raggruppamenti con lo stesso movimento con cui Cristo stesso, attraverso la sua incarnazione, si legò a quel certo ambiente socio-culturale degli uomini in mezzo ai quali visse» (n. 10). Questo inserimento non significa più soltanto l’inculturazione, ma il discernimento dei segni del tempo anche in contesti di antica cristianità e, ovunque, la capacità di costruire autentici legami di fraternità e collaborazione nella città degli uomini, secondo quello svuotamento di Cristo che giunge al dono “eccessivo” di sé. Il punto di partenza, infatti, rimane la testimonianza di vita dei cristiani e il dialogo con tutti”.