Vita Chiesa

Microprogetti Caritas, semi di speranza in Albania

di Franco BrogiGreta era la quarta figlia di una povera famiglia albanese. Il villaggio dove abitavano non offriva possibilità di lavoro. I giovani se ne erano andati all’estero e le ragazze non riuscivano ad immaginare un avvenire che non fosse una vita di stenti e un marito imposto dai genitori, come volevano rigide consuetudini e convenienze di clan. Così Greta un giorno, più per disperazione che per convinzione (aveva pure sentito qualche strana storia…) diede ascolto ad un ragazzo venuto dalla città con una bella macchina e si ritrovò sulla strada di una città sconosciuta a vendere il suo corpo.

Quante volte e quante storie simili abbiamo sentito negli ultimi 10 anni! Sembra che nulla possa cambiare in questo paese a noi geograficamente così vicino. Eppure, malgrado le apparenze, piccoli semi di speranza – che magari non fanno notizia – germogliano qua e là. È il caso di alcuni istituti religiosi che operano da tempo nel paese delle aquile e si sforzano di creare le condizioni per offrire alle ragazze occasioni per rimanere nel loro paese ed evitare avventure spesso senza ritorno.

In questi giorni le Caritas Diocesane di Firenze e di Grosseto si sono incontrate con suor Sofia Mosca, recentemente nominata direttrice della Caritas Diocesana di Tirana–Durazzo. Suor Sofia ha illustrato i risultati di una sua ricognizione nelle attività caritative della Diocesi che sono in gravi difficoltà finanziarie e non riescono ad assicurare continuità ai progetti iniziati. D’altra parte la stessa Caritas Diocesana non è in grado di sostenere queste iniziative, avendo essa stessa problemi di sopravvivenza dal punto di vista finanziario. Suor Sofia si è fatta portavoce di queste necessità descrivendo dettagliatamente i progetti il cui finanziamento, per noi modesto, appare a loro assai impegnativo.

È il caso della costruzione di due pozzi per acqua potabile, indispensabili alla sopravvivenza di due comunità, seguite rispettivamente dalle Suore Domenicane della Beata Imelda e dalle Suore Canossiane (per 6500 euro l’uno e 3500 euro l’altro) o il finanziamento di alcuni progetti di scuola professionale delle Suore Carmelitane e delle Suore della Compagnia di Maria (cucito 3020 euro; pittura su stoffa 1800 euro). C’è poi un progetto di assistenza a domicilio dei disabili (1200 euro) e un centro ricreativo per giovani (1200 euro), ambedue sostenuti dalle Suore Camilliane. In particolare i progetti di scuola professionale coinvolgono dalle 30 alle 60 ragazze da 13 anni in su (proprio la fascia più pericolosamente demotivata) e quindi si capisce bene la loro importanza.

Suor Sofia, che ha verificato personalmente la validità dei progetti, caldeggia una sorta di «gemellaggio» tra ognuno di questi progetti e una comunità cristiana (una parrocchia, un gruppo ecclesiale, più famiglie insieme), in modo che, una volta stabilito il contatto, il rapporto possa proseguire.

Per informazioni dettagliate e adesioni rivolgersi alla Caritas Diocesana di Firenze (tel. 055-267701) o alla Caritas Diocesana di Grosseto (tel. 0564-28344).

Le altre iniziativeLa visita della direttrice della Caritas di Tirana in Toscana è l’ennesimo anello di una catena di solidarietà che unisce ormai da tempo la nostra regione con il paese delle aquile. La Caritas di Pisa, ad esempio, ha lanciato insieme alla Caritas di Scutari il «Progetto Bottega» per promuovere la nascita di piccole imprese artigiane, attraverso iniziative di formazione al lavoro e un sistema di finanziamenti. A Siena don Sergio Volpi ha stretto buoni rapporti con la nutrita comunità albanese che risiede nella sua parrocchia: quasi tutti i mesi si reca personalmente a Durazzo per consegnare pacchi di generi alimentari raccolti tra i parrocchiani e tramite la Caritas diocesana. Una storia particolare poi è quella di Silvana Vignali, ex assistente sociale originaria di Campagnatico, in Maremma, che dopo essere andata in pensione si è appassionata al caso dei bambini disabili, che sotto il regime comunista erano tenuti in strutture fatiscenti e inadeguate. Silvana ha fondato alcune case famiglia, che si autofinanziano attraverso piccoli laboratori. La sua opera è sostenuta dalle Caritas di Pitigliano e di Grosseto, e da tante famiglie maremmane attraverso le adozioni a distanza.