Vita Chiesa

Migranti: Santa Sede, documento su pastorale di strada in Africa

Istituire un servizio pastorale per promuovere una presa di coscienza sulla realtà complessa di uomini, donne e bambini di strada e delle persone senza fissa dimora, allestire strutture organizzative per affrontare il fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale, fare pressioni sui rispettivi governi perché si adottino leggi a difesa della dignità di donne e bambini innocenti: sono solo alcune delle priorità elencate nel documento finale del 1° Incontro di Pastorale della strada per il continente Africa e Madagascar, che si è svolto a Dar-Es-Salaam, in Tanzania, dall‘11 al 15 settembre, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in collaborazione con la Commissione episcopale per i Migranti e gli Itineranti della Tanzania. Il documento, diffuso oggi, si ispira all‘Esortazione Apostolica post-sinodale Africae munus, del 2011. In esso gli 82 partecipanti, vescovi, preti, religiosi, religiose e laici, esortano, tra le altre cose, le Conferenze episcopali dei rispettivi paesi, diocesi, parrocchie e congregazioni religiose, a “introdurre programmi educativi nei seminari e scuole di formazione sulla pastorale di strada, così come nelle scuole cattoliche, come meccanismo di prevenzione del fenomeno di sfruttamento”.

Altra indicazione fornita è quella di “istituire luoghi di culto nelle stazioni di bus e treni con un ministero di presenza e di consiglio”. Dal documento emerge forte l’invito alle chiese africane di “sviluppare nuove forme di evangelizzazione adattate al contesto della strada, di promuovere la vita consacrata femminile come modello di forte testimonianza, di favorire la formazione degli uomini e della loro mentalità in vista della salvaguardia della dignità delle donne e ragazze”. Altre azioni da mettere in campo sono, poi, quelle di implementare la “collaborazione tra le diverse conferenze episcopali ed ecumenica, l’organizzazione di incontri per promuovere l’applicazione delle convenzioni internazionali sulla protezione dei bambini e dei diritti umani e la nascita di una rete a livello nazionale, regionale e continentale per assistere le vittime della tratta e dello sfruttamento”.