Vita Chiesa

Misericordie, card. Bassetti: “In questo momento la vostra missione è ancora più forte”

Il cardine Bassetti ha aperto l’omelia salutando mons. Franco Agostinelli, correttore nazionale delle Misericordie, “indimenticabile mio Vicario di Arezzo – Cortona – Sansepolcro”. E poi un “caloroso saluto al Dottor Domenico Giani, Presidente Nazionale delle Misericordie, che conosco da 23 anni… quante avventure caro Domenico!”.

Poi Bassetti ha continuato sottolineando come “il tempo liturgico della Quaresima, unitamente al Sinodo, evidenziano ancora meglio il significato del mandato alle Misericordie d’Italia. ‘Camminare insieme’ non è l’ultimo slogan inventato da Papa Francesco: qualcuno dice ‘ci mancava solo il Sinodo…’. No! Con questa parola ‘camminare insieme’ si coglie l’indole profonda della Chiesa e il suo impegno missionario”.

“Ogni comunità ecclesiale – ha aggiunto -, sia essa la parrocchia, un movimento, e quindi anche le nostre Misericordie, devono mettersi in cammino sulla via del Vangelo che tutti siamo chiamati a proclamare ad ogni uomo e ad ogni donna, condividendone ‘le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce’, come dice il Concilio”.

Alle Misericordie in particolare Bassetti desidera “ancora una volta richiamare la loro identità cristiana”: “Le questioni organizzative ed economiche, la preoccupazione di stare al passo con i cambiamenti e i problemi della società contemporanea, il diffuso secolarismo, che insidia ogni ambiente, costituiscono un pericolo di non poco conto per l’effettiva e piena testimonianza della vita e dell’attività delle Misericordie. Nessuno di noi, e lo dico da ‘misericordioso’ perché per tanti anni ho vissuto nella Misericordia di Firenze, può dirsi immune dalla tentazione dei compromessi di questo mondo, dalla tentazione di preferire – magari a fin di bene – il successo alla coerenza, la quantità alla qualità. Oggi, le nostre istituzioni o opere di carità, nate e cresciute in tempi lontani, si trovano tutte ad un bivio: o riescono a tener viva, in mezzo ai mutamenti, l’ispirazione religiosa ed evangelica originaria, oppure rischiano di perdere il loro sapore, il loro senso, la loro ragion d’essere più vera e profonda. Vi dico queste cose perché amo profondamente le nostre confraternite e sogno per esse un futuro tanto più fecondo e più bello, nella misura in cui sapranno ancorarsi alle loro radici”.

“Mi sento fiero di poter dire – ha continuato – che le Misericordie sono ancora un albero grande e fruttuoso in cui circola linfa cristiana. La natura d’associazione laicale-cattolica delle nostre confraternite è finalizzata alla carità e alle varie forme di soccorso e di servizio, ma insieme alla formazione delle coscienze nello spirito del Vangelo e della dottrina della Chiesa. La ‘Misericordia’ non mette insieme le persone solo per delle azioni buone o per motivi di aggregazione umana. Essa è molto di più: vuol essere una grande palestra ed esperienza di carità, basata sulla fede e sulla fratellanza cristiana e animata dalla formazione e dalla preghiera”.

Poi ha ricordato il cammino verso il Giubileo del 2025: “Tutti ci dobbiamo interrogare su noi stessi e sulle nostre opere”. “Il Sinodo di cui vi parlavo poc’anzi – ha spiegato Bassetti – è uno strumento formidabile per un esame di coscienza collettivo. Cosa può essere migliorato all’interno delle nostre confraternite? Come migliorare i rapporti cristiani? Come far emergere, in ogni scelta, le ragioni della trasparenza evangelica e del reale ‘sentire con la Chiesa?’. Siamo in un momento in cui la vostra sfida, la vostra missione, di essere a fianco del prossimo è ancora più forte e pregnante”.

Di fronte “al dramma di una guerra ingiusta e crudele – ha continuato – le Misericordie si sentano spinte a fare ancora di più per queste vittime innocenti dell’Ucraina. Ha detto il Papa: ‘Dio non si stanca mai di noi: vuole svegliarci dal letargo interiore’. Abbiamo il dovere di intensificare le nostre preghiere al Signore per far tacere le armi. Sì, tacciano le armi in Ucraina, ma anche nello Yemen, in Siria, in Etiopia e in tante altre parti del mondo! Dio vuole la pace, Dio sta con gli operatori di pace. Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi, che è la più lontana dalla volontà di Dio”.

“Al tempo stesso siamo chiamati come il buon Samaritano a chinarci su chi ci è prossimo, ad accogliere quei tanti profughi che fuggono dalle loro terre per sottrarsi alla tragedia della guerra. Questi fratelli – ha concluso Bassetti – ci interpellano e Gesù ci ripete ‘ciò che fai al più piccolo di costoro lo fai a me'”.