Vita Chiesa

Mons. Castellani: «Nessun dorma! Svegliati Lucca» di fronte a violenze su minori, femminicidi e mancanza di lavoro

Quell’invito, tratto dall’Opera di Giacomo Puccini «Turandot», ha ricordato l’Arcivescovo, campeggia da qualche giorno sulle porte di Lucca «quale augurio a chi vive o arriva in questo tempo natalizio». È «un invito a “svegliarci dal sonno”, dal letargo in cui sembra versare il cuore dell’uomo e la nostra società». Ma è anche l’invito che l’apostolo Paolo rivolge ai Romani: «È ormai tempo di svegliarsi dal sonno…!», riproposto dalla liturgia natalizia. «La celebrazione del “Natale del Signore”, pur nella sua ricorrenza liturgica annuale – ha rimarcato l’Arcivescovo -, non è una fotocopia più o meno rassomigliante, se non sbiadita, che la Chiesa ritira fuori e ripropone di anno in anno, per farci sentire un po’ tranquilli e superficialmente buoni». Anche «se ripetuto ogni anno è un messaggio sempre nuovo» che ci invita a far diventare la Parola di Dio «vita, vissuto quotidiano». «In questa prospettiva – ha proseguito – possiamo dire che è Natale tutti i giorni» e noi dobbiamo chiederci «a che punto siamo nella realizzazione del messaggio natalizio nella nostra vita personale, nella vita delle nostre Comunità Cristiane, nella nostra società lucchese».

Da qui l’accorato appello dell’Arcivescovo: «Nessun dorma! Svegliati Lucca di fronte a Gesù Bambino! Gesù bambino, segno del mistero e dono di ogni bambino, adolescente e giovane! Tutti noi conosciamo i dati 2016 sul territorio della nostra Provincia: 38 casi di bambini vittime di violenze varie! Ma sono soprattutto le chiusure e i nervosismi quotidiani, di noi adulti dentro le mura domestiche, che lasciano il segno e minano la crescita armonica dei nostri bimbi e ragazzi».  

Tutti noi, ha proseguito mons. Castellani «incrociamo quotidianamente volti di adolescenti segnati da una evidente solitudine interiore: adolescenti da soli o in piccoli branchi, costantemente attaccati al telefonino e, a casa, connessi al computer, in un dialogo anonimo e soprattutto freddo. Mentre siamo tutti consapevoli che solo un dialogo sincero, da persona a persona, soprattutto tra giovani e adulti, è il volano che mette in moto la vitalità e carismi di cui Dio ha fatto dono anche alla generazione giovanile dei nostri giorni, indispensabile per crescere e diventare adulti».

E poi l’invito a svegliarsi si ripete «di fronte a Maria… segno del mistero e dono di ogni donna, sposa, madre, sorella». «‘Nessun dorma’ di fronte al campanello d’allarme dei femminicidi sul nostro territorio», ha proseguito l’Arcivescovo, invitando a ritrovare «la bellezza e la verità della donna, così come il Padreterno l’ha pensata». «So bene – ha proseguito – che la donna – angelo del focolare, sposa, madre e sorella – in una cultura pervasa dalla banalizzazione affettiva, dall’esperienza della donna ‘usa e getta’, della donna ‘in carriera’, da ‘relazioni possessive’ a tutti i livelli, appartiene ad una fase della nostra società archiviata da tempo. Ritengo che sia urgente riprendere consapevolezza sociale, culturale – perché no, ecclesiale – del dono unico e irripetibile del ‘carisma’ della donna: infatti una società senza la valorizzazione del “genio femminile” è di fatto più povera; una società senza ‘madri’, di fatto senza vita, è disumana; una società senza ‘spose’ – naturale completezza dell’uomo – è di fatto una società senza tenerezza e pervasa da solitudine; una società senza ‘sorelle’ – nel meraviglioso e arricchente confronto tra fratelli e sorelle sin da piccoli in famiglia – è una società senza fraternità!».

E infine c’è un terzo invito a svegliarsi che mons. Castellani sente di rivolgere alla sua gente: «Svegliati Lucca di fronte a Giuseppe, “Padre putativo di Gesù”: Giuseppe segno del mistero e dono di ogni persona lavoratore, lavoratrice».

«Il vocabolario sul lavoro – ha osservato l’Arcivescovo – è oggi impressionante: lavoro ‘nero’, ‘precario’, ‘a tempo determinato’ e ‘indeterminato’, a ‘tempo pieno’, ‘ad ore’ pagato con i voucher, a contratto… ma, soprattutto, il lavoro oggi per molti, soprattutto giovani, non c’è; e chi quel poco ce l’ha cerca di mantenerselo a denti stretti…. anche a condizioni pressoché di nuove forme di schiavitù». Una situazione che come ha documentato il Censis colpisce soprattutto i più giovani «fino ad arrivare alla situazione di giovani così detti ‘NET, fatta di giovani che né studiano, né lavorano, mentre le politiche sociali sembrano non vedere, perché rivolte altrove…verso interessi lontani migliaia “anni luce” dall’affrontare le problematiche che affliggono i giovani ed in particolare  le generazioni  senza lavoro».

Una situazione fotografata anche «dal Dossier della Caritas Diocesana pubblicato recentemente».

«Come uscire da questa situazione legata a nodo stretto alla perdurante crisi economica? – si è chiesto in conclusione l’Arcivescovo – Ritengo importante da parte di ogni uomo di buona volontà – delle Comunità cristiane e della società civile –  ‘alzare la voce’ perché siano attuate serie politiche socio economiche, non più rinviabili, unitamente ad un rinnovato impegno di ‘solidarietà sociale’ su tutti i fronti».