Vita Chiesa

Mons. Fontana: «Su BancaEtruria questa terra chiede giustizia»

«Questa Terra Aretina provata nel suo sistema economico non si perderà, se saprà valorizzare la capacità di agire insieme, a partire dalla voglia di accorgerci delle necessità dei più poveri e dei meno fortunati, dandole forma attraverso impegni concreti di giustizia e di carità. Prima viene comunque la giustizia. È necessario che i principi che valsero per salvare i risparmi degli altri siano rispettati anche quando si tratta dei diritti dei poveri aretini. Le forme non tocca alla Chiesa indicarle, ma non taceremo finché non sia rispettato il diritto di questa città. Abbiamo parlato senza timore quando mancavano esempi di interventi a risanare i danni arrecati ai più semplici, che senza malizia e calcolo speculatorio, si erano fidati: non cessi ora l’impegno di chi si presenta pronto ad agire secondo giustizia ed equità».

Parole chiare, dirette ed inequivocabili che l’Arcivescovo Fontana ha pronunciato riferendosi al c.d. decreto salva-risparmio, varato lo scorso 23 dicembre dal CdM, che penalizza ulteriormente gli obbligazionisti subordinati di BancaEtruria rispetto a quelli del Monte dei Paschi di Siena, totalmente salvati da questo decreto.

«Non tocca alla Chiesa indicare le forme – ha sottolineato il presule nell’omelia – ma non taceremo finché non venga rispettato il diritto di questa città».

Più volte, difatti, in questi lunghi e difficili mesi, il vescovo Riccardo è intervenuto sulla vicenda BancaEtruria ed anche in questa occasione ha voluto manifestare la sua vicina e solidale partecipazione agli aretini coinvolti, all’intera comunità invitando «le generazioni di Arezzo a dare spazio significativo alla solidarietà» e concludendo l’omelia con un’esortazione rivolta a tutti: «Arezzo cristiana, coraggio! È tempo di muoverci per riproporre a tutti il modello incantato ed efficacissimo del Vangelo, la via sicura di civiltà che i nostri Santi hanno insegnato al mondo intero».