Vita Chiesa

Mons. Giulietti è il nuovo arcivescovo di Lucca

Queste le note diffuse dalla Sala Stampa Vaticana su mons. Giulietti:

Mons. Paolo Giulietti, è nato a Perugia (arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve) il 1° gennaio 1964. Dopo il diploma di maturità classica, conseguito a Perugia, ha frequentato per due anni i corsi della Facoltà di Architettura a Firenze. Accolto nel Pontificio Seminario Regionale Umbro, ha seguito il corso filosofico-teologico presso l’Istituto Teologico di Assisi. Ha successivamente perfezionato gli studi presso la Pontificia Università Salesiana dove ha ottenuto la Licenza in Pastorale Giovanile. Ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 29 settembre 1991, incardinandosi nell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve.

Dal 1991 al 2001 è stato Vicario parrocchiale di San Sisto in Perugia e Assistente dei giovani di Azione Cattolica e dei volontari impegnati nell’accompagnamento dei carcerati in libertà provvisoria; dal 2001 al 2007 è stato Direttore dell’Ufficio Nazionale di pastorale Giovanile presso la Conferenza Episcopale Italiana; dal 2007 al 2010 ha svolto il ministero di Parroco di San Bartolomeo Apostolo in Ponte San Giovanni (PG); dal 2010 ricopre l’incarico di Vicario Generale della medesima arcidiocesi.

Mons. Giulietti è stato anche Moderatore della Curia, dal 1998 è Canonico della Cattedrale di San Lorenzo in Perugia, è stato Membro del Collegio dei Consultori, Membro del Consiglio Presbiterale, Coordinatore e Relatore della Commissione Presbiterale Regionale della Conferenza Episcopale Umbra nonché Responsabile Regionale degli Itinerari di fede e Assistente Spirituale della Confraternita di San Jacopo di Compostella. Nel 2005 è stato nominato Cappellano di Sua Santità.

Eletto alla sede titolare di Termini Imerese e Vescovo Ausiliare di Perugia-Città della Pieve il 30 maggio 2014, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 10 agosto dello stesso anno.

«Abbiamo ricevuto un Vescovo giovane, dinamico, pastore zelante, con lo spirito e lo stile del “pellegrino”», scrive nel suo messaggio di benvenuto l’arcivescovo emerito, Italo Castellani, ricordando di aver accolto per ben due volte mons. Giulietti «come “viandante” della Francigena» in pellegrinaggio al Volto Santo nella cattedrale di Lucca, insieme a un gruppo di giovani.

«Mi lega all’Arcivescovo Paolo – oltre a un rapporto fraterno e amichevole maturato negli anni del Suo servizio di Responsabile della Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Italiana– un particolare vincolo sacramentale: infatti partecipai alla Sua Ordinazione episcopale nella Cattedrale di Perugia, imponendogli, come gli altri vescovi presenti, le mani sul capo, trasmettendogli così la forza e la grazia del Sacramento dell’Ordine nel grado dell’episcopato».

Anche mons. Giulietti nel messaggio alla sua nuova Diocesi ricorda quei due pellegrinaggi al Volto Santo. E aggiunge: «Ora verrò per restare, ma sempre come “ospite e pellegrino”: servitore – non padrone! – di una Chiesa antica e sempre vivace e di un territorio ricco di storia e di umanità; umile testimone di un «oltre» che tutti interpella, di fronte al quale nessuno può dirsi arrivato, ma verso il quale tutti siamo diretti, con qualche fardello ad appesantire l’entusiasmo e ad annebbiare il desiderio. Non ci siamo scelti, cari amici, ma ci ritroviamo reciprocamente donati per essere compagni nel comune tragitto; solo l’obbedienza convinta a tale destino ci metterà in condizione di scoprire e gioire dei doni che il Signore ha fatto a ciascuno e di accogliere con misericordia i limiti da cui nessuno è esente. Io sono grato alla volontà che mi invia a voi, riconoscendo in essa la grazia di Dio; siatene anche voi contenti, per il medesimo motivo».

Nel messaggio il nuovo arcivescovo saluta in modo particolare, oltre a «don Italo» e ai preti, diaconi, religiosi, religiose e consacrati, i giovani, ricordando di esser diventato prete «perché in parrocchia mi piaceva dedicarmi ai ragazzi e nella mia storia il Signore mi ha concesso di vivere bellissime esperienze con tanti giovani, vicini e lontani». Il saluto poi si estende alle «tante persone e famiglie che vivono qualche problema di lavoro, di salute, di solitudine, di emarginazione, di lontananza da casa», agli «sposi, genitori e nonni» le cui famiglie «sono un dono prezioso per la nostra Chiesa e per la società, un carisma che vorrei custodire e coltivare con impegno».

Testi completi dei due messaggi sul sito della Diocesi di Lucca