Vita Chiesa

Mons. Mansueto Bianchi: presidenza Ac, «insegnamenti semplici e preziosi»

«Sentiamo il desiderio di condividere ciò che in questi anni e in modo particolarissimo in questi mesi da lui abbiamo appreso – si legge -. È un dono che non può essere riservato alle persone che hanno avuto la ventura di stargli accanto, ma che può arricchire la vita di tutta l’Azione Cattolica. Facciamo un’esperienza pasquale, lasciando che dalla morte nasca una vita nuova: non solo quella di mons. Bianchi davanti al Volto della Misericordia, ma anche la nostra. Nuova perché più ricca degli insegnamenti che, in tempi e modi diversi, abbiamo raccolto standogli accanto in questo prolungato tempo di malattia. Sono semplici e preziosi. Hanno caratterizzato la sua vita e potranno ancora accompagnare la nostra».

La nota della presidenza ricorda i tratti che hanno caratterizzato la vita e il ministero di mons. Bianchi. Il primo «è stato certamente quello della sua relazione con la Parola di Dio» che è stata «negli anni del sacerdozio, l’oggetto del suo studio e del suo insegnamento, ricordato ed apprezzato a distanza di anni. È stata l’oggetto della sua predicazione: appassionata perché frutto dell’amore; profonda e puntuale, perché frutto di prolungata meditazione». Una Parola, scrive la presidenza Ac, «non semplicemente commentata, ma colta in tutta la sua vitalità e nella sua forza trasformante per l’oggi dei discepoli e della Chiesa». Una Chiesa di cui «mons. Bianchi è stato servitore appassionato. Di quella passione di chi si sente partecipe del medesimo destino, di chi soffre per le malattie e le contraddizioni e di chi gioisce per i progressi e le purificazioni». Nel testo si ricorda come, nel corso dell’Udienza di fronte a Papa Francesco, il 3 maggio 2014, mons. Bianchi disse: «Conti su di noi, Padre Santo, per quel progetto di Chiesa che ci ha raccontato nell’esortazione apostolica «Evangelii Gaudium»; conti su di noi per quello che è stato lungamente un desiderio, un sogno, una preghiera dentro ciascuno di noi e che oggi Lei ci dona come una proposta di impegno e di realizzazione».

«Sono state moltissime le persone che si sono rese presenti in questi mesi di prolungata degenza. Tanto affetto ha rappresentato una grande consolazione ed un ulteriore insegnamento per noi», prosegue la nota della presidenza nazionale dell’Azione Cattolica. «A nessuno mons. Bianchi ha negato un sorriso ed una benedizione. A ciascuno ha chiesto informazioni, aggiornamenti, novità, ponendo l’interesse per gli altri davanti a quello per sé e per le sue condizioni di salute». «L’amicizia è un dono, un bisogno, un balsamo – prosegue il messaggio -. Mons. Bianchi ha saputo viverla con semplicità e con grande fedeltà. L’ampiezza del suo cuore si è manifestata nel numero di persone che in questi mesi si sono rese presenti, ciascuna con il suo bagaglio di riconoscenza da manifestargli. Essere amici è esigente, eppure mons. Bianchi ha trovato le forze e il tempo per esserlo. Con molti, moltissimi. Anche questa cura fedele di buone relazioni umane rappresenta un tratto di una vita secondo il Vangelo e, per certi versi, un atto silenzioso ma significativo del suo magistero». Nel ricordarne gli ultimi momenti, la presidenza dell’Ac scrive: «davanti all’approssimarsi della morte ha più volte affermato: ‘Sono pronto’. Sapeva e dimostrava di esserlo. In virtù della preghiera che costantemente ha alimentato la sua vita e che ha nutrito anche il tempo della sua degenza». «I grandi ‘Sì’ non si improvvisano; tanto più se sopraggiungono in modo imprevisto e minaccioso. Piuttosto si preparano. Si è pronti solo quando si è preparati. Anche questo vorremmo imparare: a vivere con generosità e fiducia i «Sì» di ogni giorno, per poter avere la forza di pronunciare quelli più grandi ed esigenti».

Infine, «davanti all’aggravarsi della malattia, mons. Bianchi ha detto più volte: ‘Offro questa sofferenza in sconto dei miei peccati e per l’Azione Cattolica, che è stata il più bel dono che Dio potesse farmi’. E più volte, durante i colloqui che abbiamo avuto con lui in questo periodo ha aggiunto: ‘Siete una Chiesa bellissima’». Questa consegna è «la più grande che vorremmo far nostra in quest’ora, difficile eppure feconda», conclude il messaggio «imparare a vedere la bellezza che mons. Bianchi ha saputo cogliere, soprattutto nell’incontro con le realtà locali: vivaci, generose, attente». «Grazie, mons. Bianchi, per la bellezza che ci ha donato e che speriamo di custodire».