Vita Chiesa

Monsignor Agostinelli nuovo vescovo di Prato

Mons. Franco Agostinelli è il nuovo vescovo della Diocesi di Prato. Ne ha dato annuncio questa mattina alle ore 12 in palazzo vescovile mons. Gastone Simoni. Per dieci anni presule a Grosseto, mons. Agostinelli è il terzo vescovo residenziale di Prato e il 24° da quando la diocesi di Prato è stata istituita nel 1653.

Mons. Gastone Simoni lascia il mandato episcopale per raggiunti limiti di età. Lo scorso 9 aprile infatti al compimento del 75° anno di età, come prevede il diritto canonico, mons. Simoni ha rassegnato le sue dimissioni da ordinario diocesano a Papa Benedetto XVI. Dimissioni che sono state accolte questa mattina con la notizia della nomina di mons. Franco Agostinelli a vescovo di Prato.

Mons. Simoni, dopo aver comunicato ai vicari episcopali e ai direttori degli uffici diocesani il nome del suo successore, ha dato lettura ai presenti del messaggio di saluto ai pratesi scritta da mons. Agostinelli.

I tempi della successione saranno stabiliti nei prossimi giorni d’intesa tra mons. Simoni e mons. Agostinelli. Intanto il presule uscente ha dato notizia, durante l’incontro tenutosi nella «sala rossa» del palazzo vescovile, che la Santa sede lo ha nominato amministratore apostolico della Diocesi di Prato. L’incarico comporta la gestione ordinaria della pastorale e del governo della Chiesa locale.

Sarà mons. Simoni ad aprire ufficialmente, giovedì 11 ottobre, l’Anno della fede, voluto da Papa Benedetto XVI per tutta la Chiesa cattolica in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione del Concilio Vaticano II. Poi mons. Simoni, in una data appunto da definire, saluterà ufficialmente la Diocesi di Prato, con una Messa solenne.

Entro il mese di novembre è probabile l’ingresso a Prato del nuovo Vescovo. Di certo, per ora, c’è soltanto che la solennità patronale di Santo Stefano vedrà la presenza del nuovo Pastore. Mons. Agostinelli lo ha scritto nella lettera di presentazione ai pratesi.

In tutte le messe, ogni giorno, si prega sempre per il Vescovo della propria Diocesi. Da stasera, durante la Preghiera eucaristica della Messa, i sacerdoti inviteranno dunque i fedeli a pregare «in unione con il nostro Papa Benedetto, il nostro Vescovo Gastone, il Vescovo eletto Franco e tutto l’ordine sacerdotale…».

Agostinelli: grande capacità di dialogo

Un apostolato tra i fedeli contraddistinto dalla grande capacità di dialogare con tutti, credenti e non credenti, giovani e adulti, con una pacatezza mista a determinazione. È il ritratto condiviso di mons. Franco Agostinelli, per dieci anni vescovo di Grosseto. Nato ad Arezzo il primo gennaio del 1944, mons. Agostinelli è stato ordinato sacerdote nel ’68 e nella sua diocesi di origine è stato parroco per tredici anni, una esperienza che ha sempre reputato come una tra le più belle della sua vita. Ha compiuto studi teologici a Roma. Nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, dopo aver lasciato la parrocchia del Sacro Cuore, è stato rettore del Seminario e vicario generale sotto due vescovi. Proprio da alcuni giovani della comunità del Sacro Cuore alla fine degli anni ’70 nasce l’esperienza di Rondine Cittadella della Pace che mons. Agostinelli ha contribuito a creare insieme al fondatore Franco Vaccari, uno dei ragazzi della sua parrocchia.

 Nel novembre del 2001 è stato nominato vescovo di Grosseto ricevendo il 6 gennaio 2002 la consacrazione episcopale per l’imposizione delle mani di Giovanni Paolo II.

I dieci anni di episcopato a Grosseto sono stati intensi, nei quali mons. Agostinelli è stato apprezzato per la sua vicinanza alla vita sociale e al mondo del lavoro. Anche lui come mons. Simoni, ha dato vita ad un fondo di solidarietà diocesano aiutando così 74 nuclei familiari in difficoltà. Sotto la sua guida sono stati aperti numerosi centri pastorali, pensati come luoghi di aggregazione per giovani e famiglie e come sostegno alla carità. Nel 2009 ha indetto il Sinodo diocesano per dare nuovi impulsi e stimoli alla Chiesa maremmana. Il percorso sinodale, improntato sulla riscoperta dell’appartenenza alla Chiesa, ha prodotto il recente progetto «parrocchie in rete», pensato non per creare nuove strutture ma per aiutare le comunità del territorio a lavorare insieme e a condividere uno stile comune nel vivere la dimensione ecclesiale e missionaria. Tra gli altri incarichi, mons. Agostinelli è delegato della Conferenza episcopale toscana per i Migranti e correttore della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia.

La lettera ai fedeli della Chiesa di Prato

Subito dopo l’annuncio, è stata diffusa la lettera che mons. Agostinelli ha inviato alla Chiesa di Prato. Eccone il testo integrale.

Carissimi,oggi la Chiesa pratese accoglie l’annuncio del Santo Padre, che m’invia a voi come Pastore.

Vi confesso che di fronte a questa notizia la mia prima reazione è stata quella di pormi dinnanzi al tabernacolo, senza dire niente, frastornato, confuso, forse perplesso. Ho deciso però di mettermi nella Sue mani ed accogliere la Sua volontà: «sulla Tua Parola», come è scritto nel motto programmatico del mio ministero episcopale. Ho ringraziato il Signore, perché continua ad avere fiducia in me e perché è Lui che guida la Chiesa e conduce la storia personale di ognuno di noi. Mi sono fatto prete per servire la Chiesa, sempre pronto ad andare dove il Signore vuole, nella certezza che questo è il meglio per la Chiesa e per me.

Lascio la Diocesi di Grosseto, dove ho servito la Chiesa per quasi undici anni, portandomi dietro tanti bei ricordi di sacerdoti e laici con cui ho camminato, costruito, progettato, sognato forse, una Chiesa dal volto bello, capace di annunciare il Vangelo.

Con grande ottimismo e serenità mi accingo ora a raggiungere la Chiesa pratese, che conosco ricca di risorse umane e spirituali, capace di intraprendenza e creatività pastorale, con una storia secolare percorsa dalla santità di tanti suoi figli che hanno resa feconda questa terra.

Sono consapevole di accingermi a raccogliere una impegnativa eredità che mi viene consegnata dal fratello Vescovo Gastone. Il suo zelo, la sua competenza, il suo animo di pastore buono e fedele, se da una parte mi carica di qualche preoccupazione nel raccogliere un’eredità così impegnativa, dall’altra mi rinfranca e mi è di sprone a continuare per quella via già tracciata, dove mi inserisco per percorrerla con fiducia e generosità.

Vorrei fin d’ora assicurare a tutti il mio ricordo nella preghiera e chiedere anche il vostro. So che nella bocca del Vescovo, l’affermazione «prego per voi» può apparire scontata, ma siccome è vera, non ho reticenze a dirla. Nella preghiera, un Altro, che ci precede e ci ha amato per primo, ci rende capaci di una stima reciproca, che resiste ad ogni prova, anche ai difetti e ai limiti. Per questo posso dire, al di là di ogni retorica, che vi voglio bene e so che anche voi me ne vorrete.

Lo Spirito che conduce la Chiesa ha deciso che le nostre strade s’incrociassero. Scopriremo passo dopo passo quale disegno racchiude questa mossa inattesa del Paraclito. Una cosa però è certa: lo Spirito ci ha fatto incontrare per vivere di Gesù che è morto e risorto per noi. Egli è la nostra vita, la nostra verità, la nostra pace. Egli è tutto per noi, come lo fu per tutti coloro che l’incontrarono e lo seguirono, compresi quanti hanno portato la fede nella nostra terra e l’hanno comunicata ai figli per generazioni e generazioni. Insieme continueremo ad amarlo, a conoscerlo e seguirlo.

L’Anno della Fede, che ci accingiamo a vivere con tutta la Chiesa universale, sarà dono prezioso anche per la nostra Chiesa, per comprendere ancor di più che il fondamento della fede cristiana è «l’incontro con un avvenimento, una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Benedetto XVI, Deus Caritas est, n.1). Insieme faremo nostre le indicazioni del Santo Padre perché questo anno non sia una semplice commemorazione, ma una opportunità per vivere e dire la fede a tutte le persone che incontreremo.

È tempo di uscire dal tempio, incontrare la gente là dove vive e opera e annunziare Cristo. È necessario smuoverci e uscire dalla riserva dell’autocompiacimento. La preoccupazione di conservare il «privilegio» può farci correre il rischio di dimenticare che il criterio di ogni gesto del cristiano rimane l’ampiezza del cuore di Dio. Il «restare a casa», compiacendoci nella bellezza, a tratti sontuosa, delle nostre liturgie, può darci l’illusione di essere «vicini», mentre, senza accorgercene, potremo aver perduto, forse definitivamente, chi ci era stato affidato come fratello. In particolare, vorremmo continuare a vivere il nostro impegno di prossimità con i numerosi immigrati che sono a Prato, facendoci loro compagni di viaggio, con discrezione e senza pretese, nel loro cammino di integrazione e proponendo loro, se lo vorranno, ciò che abbiamo di più preziosi, il Vangelo di Gesù.

Viviamo allora la nostra Fede; la grazia che per Cristo sovrabbonda sul peccato la renderà affascinante agli occhi e al cuore di tutti gli uomini liberi, soprattutto dei giovani che si portano nel cuore il sogno di un mondo bello, libero, pulito e vero.Cari figli, fratelli e sorelle della Chiesa pratese, vengo a voi con l’animo predisposto ad una gioia consapevole, per essere con voi e per voi segno di comunione, come padre che si mette in ascolto e insieme con la propria famiglia cammina, lotta, fatica e gioisce. Vengo sorretto e spinto da una passione che vorrei condividere con voi, la passione per la Chiesa, che ha il volto caro di una madre, magari solcato da qualche ruga, ma che resta sempre il volto di una madre amata.

Il mio arrivo tra voi s’inserisce tra due grandi eventi che la Chiesa pratese celebra con particolare partecipazione: la festa della natività della Vergine, l’8 settembre, venerata a Prato con il titolo di Madonna della Sacra Cintola, segno di una unanime devozione del popolo pratese che a Lei si affida e in Lei confida. E l’altro evento, la festa di Santo Stefano Protomartire, a cui è dedicata la nostra Chiesa Cattedrale e che insieme celebreremo.

In attesa di iniziare il nostro comune cammino, vorrei raggiungervi tutti con i miei saluti, i sacerdoti innanzi tutto, la vera la famiglia del Vescovo; i diaconi, i seminaristi; i religiosi e le religiose che con il dono del loro carisma costruiscono la Chiesa; i laici, di cui conosco la preparazione e la competenza, impegnati nei vari ambiti della pastorale, nelle associazioni laicali e nel volontariato. Il mio saluto deferente alle Autorità civili, politiche, militari della Città e della Provincia di Prato, ai referenti del mondo della cultura, della politica, dell’economia. Un obiettivo condiviso può rendere solidale il nostro cammino ed è il bene comune, il progresso della società, l’attenzione ai più deboli, la difesa dei valori perenni che determinano e rendono possibile un futuro diverso. Saluto i giovani a cui vorrei essere vicino nella loro ricerca di ciò che resiste all’usura del tempo e che conta davvero. Saluto le famiglie, specialmente quelle che in questo momento si trovassero a vivere un tempo difficile, per assicurare loro la mia vicinanza, la mia comprensione, la mia solidarietà. Voglio essere vicino a tutti i lavoratori, in questo tempo di preoccupazione per il posto di lavoro da difendere o da trovare. La mia solidarietà e il mio saluto anche agli imprenditori, che sappiamo alle prese anche loro con tempi non facili; auguro loro che non venga meno l’impegno per la salvaguardia e la rinascita del lavoro nel nostro territorio.A tutti un saluto fraterno e un arrivederci a presto. Alla Beata Vergine Maria, amata e venerata dal nostro popolo, affidiamo la nostra Chiesa e tutta la società pratese con le sue istituzioni; affidiamo il nostro cammino; a Lei chiediamo di prenderci per mano per renderci forti nella fede, saldi nella speranza, radicati nella carità. Santo Stefano, nostro Patrono, interceda per tutti noi.Con sincero e fraterno affetto. ✠ Franco Agostinelli, VescovoDichiarazione di mons. Gastone Simoni nell’atto di notificazione della nomina del suo successore a Prato, mons. Franco Agostinelli

Nel dare alla Diocesi la notizia ufficiale della nomina del mio successore, il nuovo Vescovo di Prato S. E. mons. Franco Agostinelli, proveniente dalla Diocesi di Grosseto, mando un pensiero devoto e grato al Papa Benedetto XVI e ai Suoi Collaboratori coi quali sono stato in contatto negli scorsi mesi, ma anzitutto ringrazio e prego il Signore.

Lo ringrazio per tutti i doni e l’immensa misericordia con cui ha accompagnato i miei vent’anni di episcopato tra voi e per voi, e perché nel giro di pochi mesi la nostra Chiesa diocesana potrà serenamente, e in pace, passare da una guida episcopale all’altra.

Lo prego – il Signore – perché riempia di altrettanti doni il nuovo Pastore che, pur esperto di vita parrocchiale e diocesana tra Arezzo, la sua Chiesa madre, e Grosseto, dove ha esercitato con amore e con frutto per oltre dieci anni il ministero episcopale, venga ricolmato fin da ora dello Spirito, di grazia, di luce, di fortezza e di pace.

Il ringraziamento dunque si intreccia con la supplica sia per la Diocesi che per questo mio caro confratello, amico e successore.

A Lui esprimo con cuore sincero stima, riconoscenza e, insieme, vivissimi auguri e un fraterno incoraggiamento. Sono certo che ha le qualità umane, spirituali e pastorali per guidare bene la Chiesa pratese. A Lu, al tempo stesso, assicuro un assoluto rispetto e una cordiale disponibilità.

Quanto a me, torno a dire che resterò e mi sentirò ancora di questa Chiesa, sebbene abbia scelto di abitare a qualche chilometro di distanza. Sicuramente la porterò nel cuore e nella preghiera quotidiana.

Aggiungo che la Santa Sede, mentre mi ha chiesto di dare la notizia sulla nomina di mons. Agostinelli, mi ha incaricato di continuare a dirigere la Diocesi in qualità di Amministratore Apostolico per le cose di ordinaria amministrazione pastorale, e ciò fino al momento in cui Egli si insedierà sulla cattedra di S. Stefano.

In questa veste stabilirò insieme a mons. Agostinelli la data e il modo del passaggio del pastorale tra me e Lui, il che avverrà entro il prossimo mese di novembre.

Due notizie ancora: fino all’insediamento di mons. Agostinelli resterà in carica in Diocesi solo il Collegio dei Consultori; in secondo luogo, come Amministratore Apostolico aprirò io stesso il prossimo 11 di ottobre l’Anno della Fede in Diocesi, fermo restando che starà a Lui, con la collaborazione dei Consigli diocesani e gli uffici di Curia, indicare e guidare il cammino diocesano 2012-2013.

Ci benedica tutti – largamente e profondamente – il Signore Gesù!

✠ Gastone Simoni, Vescovo