Vita Chiesa

NUOVO DIRETTORIO PER I VESCOVI; VIRTÙ TEOLOGALI, DOTI UMANE E UN CAPITOLO PER GLI EMERITI

Oggi un vescovo ha “grandi responsabilità” non solo nei confronti della sua diocesi, ma “anche della società”, e per questo deve possedere “virtù teologali” e “doti umane” ben precise, da alimentare attraverso una forte “spiritualità” e l’impegno per la “formazione permanente”. E’ quanto si legge nella Nota introduttiva al nuovo Direttorio per il ministero pastorale dei vescovi (“Apostolorum Successores”), diffusa oggi dalla sala stampa della Santa Sede. Il nuovo Direttorio, suggerito dall’assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi dell’ottobre 2001 (sul “Vescovo, ministro del Vangelo per la speranza del mondo”), aggiorna quello emanato il 22 febbraio 1973 (“Ecclesiae imago”), soprattutto alla luce dell’esortazione apostolica “Pastores gregis”, ed è stato pubblicato in questi giorni dalla Congregazione per i vescovi in lingua italiana, mentre sono ancora in corso le traduzioni nelle principali lingue. “Grandi sono le responsabilità che gravano sulle spalle di un vescovo per il bene della diocesi ma anche della società”, si legge nella Nota, in cui si elencano le “virtù teologali e le doti umane che devono sostenere il vescovo nel ministero pastorale: la prudenza pastorale, la ricca umanità, l’umiltà, la castità, la bontà, la sincerità, la capacitò di ascolto e di dialogo, un cuore aperto a tutti”. “Nessuno è escluso dal cuore del vescovo”, si legge infatti nel capitolo terzo del Direttorio: un capitolo “totalmente nuovo” – si annuncia nella Nota – che riguarda “la spiritualità e la formazione permanente del vescovo”, cioè “il suo cammino verso la santità nella carità pastorale”. Un altro capitolo “del tutto nuovo” (il IX) è quello dedicato al “vescovo emerito”, di cui “sono elencati i diritti e i doveri rispetto alla Chiesa universale e a quella particolare”.

Quello pubblicato dalla Congregazione per i Vescovi, si legge nella Nota, è uno strumento “fondamentalmente pastorale e pratico”, che “mira ad aiutare i vescovi a svolgere il loro complesso servizio ecclesiale in risposta alle esigenze della Chiesa e della società di oggi, all’inizio del terzo millennio, caratterizzato da sfide e problemi nuovi, da grande progresso e repentini cambiamenti”. “Molti sono coloro che si rivolgono al vescovo sia per la vita religiosa sia per avere luce, sostegno e conforto nelle difficoltà”: di qui “l’importanza ed il ruolo del ministero del vescovo nella vita della Chiesa”, il cui “compito” principale è “insegnare il Vangelo, santificare ed essere guide spirituali, in comunione gerarchica col Successore di Pietro e con gli altri membri del Collegio episcopale”. Secondo il dicastero pontificio, “Il vescovo è un padre che vive per i suoi figli e fa tutt’uno con la sua Chiesa, coni suoi sacerdoti, prodigandosi per formare le coscienze e per far crescere nella fede”. Per essere un uomo” ecclesiale” e “di comunione, coinvolgendo sacerdoti, religiosi e laici”, il “governo pastorale” episcopale deve essere guidato dal “principio della verità, della collaborazione, del rispetto delle competenze, della persona giusta al posto giusto, della giustizia e della legalità”.

“Maestro della fede, santificatore del popolo cristiano, padre e pastore della diocesi”: queste, si ricorda nella Nota, le definizioni che sintetizzano i “tre compiti” del vescovo. Un capitolo a parte del nuovo Direttorio è dedicato alla parrocchia, con “orientamenti” per il piano pastorale diocesano e indicazioni per “l’assistenza spirituale” da dare a “famiglia, giovani, emigrati” e per “l’azione a favore della giustizia e della pace”. Sir