Vita Chiesa

Natale: prepariamoci a una festa vera

Uno degli eventi più lieti e più felicemente sconvolgenti nella vita di una coppia, è l’arrivo di un bambino. Figuriamoci cosa dovette significare ciò per la vita di Giuseppe e Maria. Tutti conosciamo quasi a memoria la loro storia incredibile, e forse per questo spesso ci sfugge la particolare intensità di ciò che ci raccontano i vangeli a loro riguardo. Quando si avvicina il Natale, abbiamo l’occasione, invece, di ripercorrere le tappe di crescita umana, esistenziale e di fede di Maria e Giuseppe, di chiedere loro di aiutarci ad accogliere questo Bambino anche nella nostra vita.

A volte è facile, nei nostri ambienti cristiani, limitarci a criticare l’aspetto pagano di questa festa. Forse sarebbe meglio valorizzare quegli elementi esteriori dai quali noi stessi veniamo colpiti per promuovere un incontro con il Signore che sia una nuova nascita nello Spirito. Ad esempio, non ci si chiede di rinunciare alle nostre spese natalizie, ma potremmo chiederci se sia il caso comprare qualcosa anche per i poveri. Ma, anche qui, stiamo attenti. Povero non è solo quello che per strada ci tende la mano. Può essere quasi facile, seppure bello e doveroso per un cristiano, fare i generosi con chi ci dà una certa soddisfazione e la convinzione di essere buoni. Forse ci viene un po’ più in salita fare un bel regalo a quell’amica che ci ha fatto del male, ma che il Signore Gesù ama così come ama me. Può essere più difficile fare una telefonata a un collega di lavoro che me ne fa passare di tutti i colori piuttosto che fare un’offerta alla Caritas. Quel Bambino nato in una grotta, in mezzo alla povertà, ci insegna a prendere sulle nostre spalle tutte le povertà. Anche quelle più scomode. Così, fra una compera e l’altra, viviamo l’attesa di Cristo riscoprendo la gioia della condivisione, della pace fra di noi, senza la quale neanche la pace fra i popoli potrà arrivare. E davanti all’albero e al presepe, che presto illumineranno le nostre case, fermiamoci ogni giorno qualche minuto a contemplare nel silenzio l’Incarnazione del Verbo. Portiamo i valori che sono nascosti in quel presepe (pace, gioia, amore, condivisione, fede…) nella nostra esistenza. Scopriremo che il Natale cristiano non è rinunciare alla festa, ma vivere una festa che sia veramente gioia del cuore, leggerezza dello spirito, vita nuova. Una festa più autentica. Un’allegria che non sia tentativo disperato di dimenticare il vuoto che abbiamo dentro, ma celebrazione del mistero più grande della nostra vita: Dio oggi mi salva. Dio oggi rinnova la mia esistenza. Suor Mirella Caterinadelle contemplative domenicane di Pratovecchio