Vita Chiesa

Nelle lettere dei Vescovi famiglia, giovani, eucaristia

Il valore sociale della famiglia, l’Eucaristia, gli «strumenti» utili per la conversione, la preoccupazione per gli episodi di violenza nel mondo giovanile: sono tanti i temi che i Vescovi toscani affrontano nelle loro lettere quaresimali.

Antonelli: «La famiglianon è solamente un fatto privato»La lettera che il cardinale Ennio Antonelli rivolge alla diocesi di Firenze, e che già da qualche tempo i sacerdoti stanno consegnando durante la benedizione alle famiglie, ha per tema proprio il valore sociale, oltre che cristiano, della famiglia: «La famiglia – scrive – non è semplicemente un fatto privato, come lo è l’amicizia. È lo snodo tra persona e società, dove si intrecciano e interagiscono relazioni private e relazioni sociali». Antonelli ricorda anche il contributo che la famiglia offre per il bene comune: «aiuto reciproco tra i coniugi, generazione ed educazione dei figli, trasmissione dei valori umani e culturali, erogazione dei servizi alle persone in situazione di fragilità, funzione di ammortizzatore sociale nei momenti difficili». Da queste riflessioni, prosegue l’Arcivescovo di Firenze, si capisce come «il matrimonio, con cui l’uomo e la donna assumono l’impegno della convivenza stabile e della dedizione ai figli, debba essere celebrato secondo una forma giuridica riconosciuta dalla società. Esso, avendo grande rilevanza sociale, non può non essere un atto pubblico. E la famiglia fondata sul matrimonio è non solo una comunità di affetti, ma anche un’istituzione di interesse pubblico; e come tale va riconosciuta, tutelata, sostenuta e valorizzata dalle pubbliche autorità che hanno la responsabilità specifica di promuovere il bene comune». Cetoloni: «Vedereil male e trovare la capacità di reagire»Riconoscere i propri peccati, e trovare la forza di reagire: è questo l’invito che il vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza Rodolfo Cetoloni rivolge alla diocesi nel suo messaggio per la Quaresima. «Il dolore più grande – scrive – è vedere, con un certo timore, che il male trova spazio anche nel cuore di ognuno di noi, se non siamo vigilanti, se non rimaniamo fedeli al bene, sempre, se non troviamo l’aiuto per la nostra debolezza». «La Quaresima – prosegue Cetoloni – è un aiuto a guardare con realismo questi limiti che toccano tutti, uomini e donne, giovani e adulti, famiglie e strutture religiose e civili. Una volta si chiamava conversione, penitenza… Forse queste parole ci paiono “lontane”, ma l’esigenza profonda rimane e anche, grazie a Dio, la possibilità e la capacità di reagire, ricominciare, irrobustire le nostre braccia fiacche». Cetoloni indica anche alcuni strumenti utili per iniziare questa reazione: «Uno è il raccoglimento personale, il cercare davvero tempo per sé». L’altro mezzo suggerito è il riferimento continuo alla Parola di Dio e all’esperienza della vita dei Santi. Infine, la preghiera: «il colloquio che nasce quando si riesce a far silenzio e ascoltare profondamente se stessi e la Parola di Dio». Giovannetti: «Il pretedeve conoscere Dio»Nell’anno del Congresso eucaristico diocesano, che ha preso avvio l’8 ottobre scorso per concludersi a maggio, il vescovo di Fiesole Luciano Giovannetti mette al centro del suo messaggio quaresimale la vocazione e l’identità del ministero ordinato. Perché il sacerdote, scrive nella sua lettera alla Diocesi, in una società tutta votata all’attenzione verso se stessi, è una presenza «sovversiva». Nella lettera, intitolata Il ministro ordinato alla scuola dell’eucaristia, Giovannetti ricorda che «lo Spirito santo non cessa di suscitare vocazioni, carismi e ministeri proprio per il servizio di quell’unico popolo e della sua missione per la salvezza del mondo. Un servizio che si esprime in varie e complementari ministerialità». In primo luogo, «la vocazione al matrimonio cristiano, icona dell’amore di Dio per l’umanità, nel quale la vita è generata, accolta e custodita». In secondo luogo, «le vocazioni di speciale consacrazione, attraverso le quali lo Spirito invia i discepoli di Cristo alle frontiere della storia». Infine, le vocazioni al ministero ordinato. Il Vescovo, citando un discorso di papa Benedetto XVI, sottolinea come «il sacerdote deve veramente conoscere Dio dal di dentro e portarlo così agli uomini: è questo il servizio prioritario di cui l’umanità di oggi ha bisogno. Se in una vita sacerdotale si perde questa centralità di Dio, si svuota passo passo anche lo zelo dell’agire». Razzauti: «Apriamoil cuore a chi vive accanto a noi»Costruita sull’acrostico del titolo «Apriamo il Nostro Cuore» e stampata in una nuova e colorata veste grafica, la lettera per la Quaresima dell’amministratore diocesano di Livorno è incentrata sul valore della carità. Monsignor Paolo Razzauti invita ad ordinare le proprie priorità di vita secondo la legge dell’amore. «La Quaresima – afferma – è un tempo durante il quale siamo invitati a riflettere , ancora di più, sul nostro cammino di battezzati, di uomini e donne chiamati a vivere la propria fede nel contesto quotidiano della propria vita». «Ora – continua – è il momento di cambiare! Ora è il tempo della conversione. Ora è il tempo dell’attesa. Ora è il tempo dell’amore, dell’agape trasmessa e vissuta verso gli uomini. Senza paura testimoniamo il nostro essere cristiani, diamo valore al dono gratuito e al saper dire grazie, diamo tempo all’ascolto, al dialogo, all’accoglienza, all’attenzione. Tante sono le povertà oggi, non più solo quella economica. Rendiamoci prossimi di chi vive nella solitudine, nella povertà spirituale, nella tristezza, nell’abbandono, nella depressione. O semplicemente facciamoci prossimi di chi vive nell’appartamento accanto al nostro, di chi incontriamo ogni giorno a fare la spesa, di chi incrociamo ogni giorno andando al lavoro. A volte basta poco: uno sguardo, un sorriso, un saluto per rendere migliore la giornata di qualcuno, per essere testimoni dell’amore!» (Chiara Domenici) Castellani: «Giovani,rifiutate la violenza»Durante la Quaresima, scrive nel suo messaggio l’arcivescovo di Lucca Italo Castellani, «vi invito a considerare il cammino della nostra Chiesa locale, impegnata in unn profondo itinerario di conversione e di “riforma”, che va al cuore della vita delle nostre comunità e della nostra Chiesa diocesana». Castellani si sofferma anche su questioni di attualità: «Come Vescovo mi sento coinvolto nella vita del nostro territorio e non posso non esprimere la mia preoccupazione per gli episodi di violenza che anche da noi, ormai, si consumano, soprattutto nel mondo dei giovani e degli adolescenti in particolare. Invito gli adulti, gli educatori e gli insegnanti, le famiglie e le comunità a una attenta riflessione. Ai giovani dico di rifiutare, nel nome dell’amore, ogni atteggiamento, suggestione, proposta che consideri la violenza come elemento di persuasione e di confronto. Penso al mondo della scuola, dello sport, del tempo libero: questi luoghi – nel nostro territorio fortunatamente ancora in casi sporradici – stanno diventando, anziché luoghi di formazione e di svago, pericolose palestre dove apprendere un linguaggio che allontana dalla vita e dalla gioia».