Vita Chiesa

ORA DI RELIGIONE: MESSAGGIO CEI, «PARTE VIVA DELLA SCUOLA»

L’insegnamento della religione cattolica è “parte viva della scuola”, ed il Crocifisso è un “segno” non solo per i credenti, ma anche “per i credenti di altre religioni e per i non credenti”. E’ quanto scrivono i vescovi italiani, nel messaggio diffuso oggi dalla presidenza della Cei sull’insegnamento della religione cattolica (Irc). Il messaggio comincia con una riferimento alla questione del crocifisso nelle scuole, che grazie alla sentenza di Ofena ha monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica nei mesi scorsi.

“Per i credenti”, si legge nel messaggio, “il crocifisso è il segno più grande ed eloquente dell’amore che Dio Padre ha manifestato nel suo Figlio fatto uomo”, mentre “per credenti di altre religioni e per i non credenti è espressione viva e alta del dono di sé e del perdono”. “Favorire la conoscenza e il confronto con il cristianesimo”, aiutando i cristiani e soprattutto i cattolici “ad approfondire la loro appartenenza religiosa”, ma anche stimolare “quanti cristiani non sono” a “confrontarsi lealmente con la religione che ha contribuito in maniera significativa a dare all’Italia un volto e un’identità”: questo, si legge nel messaggio, lo scopo principale dell’Irc, scelto da oltre il 92% degli italiani. “I cambiamenti in atto nel nostro paese, dei quali la scuola si fa interprete per un dialogo propositivo, capace di integrare persone e culture, passato e presente – scrivono i vescovi -, non ridimensionano la validità di tale insegnamento, ma richiedono piuttosto che esso venga svolto in maniera ancora più partecipata e coinvolgente”

“Nessun alunno e nessuna famiglia dovrebbe privarsene a cuore leggero”, è l’invito della Chiesa italiana, secondo la quale “il confronto con la religione cattolica è occasione per una verifica critica e costruttiva su valori universali, la cui condivisione è decisiva per dare un volto nuovo alla società italiana”. I vescovi mettono l’accento, nel messaggio, sulla “competenza” degli oltre 20 mila insegnanti di religione cattolica inseriti nelle scuole di ogni ordine e grado, che dopo la recente approvazione della legge sul loro stato giuridico sono divenutati a pieno titolo “parte viva della scuola e della sua proposta educativa”.

Oltre alla preparazione degli insegnanti, “l’adesione di massa” all’Irc, “l’esigenza di capire meglio il nostro tempo per molti versi dispersivo e frammentato, gli interrogativi che stanno alla base di ogni religione” sono tutti elementi che, per i vescovi “favoriscono un accostamento puntuale e completo alla religione cattolica, in collaborazione costruttiva con le altre discipline e saperi, specialmente con l’educazione alla convivenza civile, in vista di una effettiva crescita degli alunni”. Di qui l’invito della Cei ad “una scelta ancora più ampia di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica”, considerata “un gesto di consapevolezza che coinvolge i ragazzi e le famiglie, i docenti e i dirigenti e che deve trovare attenta e interessata la comunità ecclesiale”.

Citando l’intesa del 23 ottobre scorso, che ha formulato i nuovi “obiettivi specifici di apprendimento” per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria, la Cei riafferma “l’impegno della comunità ecclesiale ad essere presente nella scuola per servire la vocazione trascendente della persona e il suo anelito di libertà, di giustizia, di pace”. Sir