Vita Chiesa

Oggi è la Giornata per vita consacrata: “Oasi di sollievo e misericordia”

L’amore del Padre è come un grande Braciere: il suo calore mi attrae e mi invita ad accostare la mia fiaccola che si accende, insieme ad altre fiaccole protese alla stessa Fonte. Comincio a camminare, percorro vicoli in ombra con passo cauto e incerto e la fiamma della mia fiaccola, così piccola e intensa, illumina la via; contemporaneamente quella luce sottile, illumina ciò che di più nascosto e tenebroso porto dentro di me. Incontro altre persone, alcune portano fiaccole accese, altre spente. Ci guardiamo e ci riconosciamo; c’è qualcosa di invisibile che compare misteriosamente ai nostri occhi, un legame familiare e insondabile.

Di vicolo in vicolo, il cuore apre le porte alla fiducia, alla consolazione di un Amore che mi raggiunge in profondità. Sì, io sono il tuo servo, Signore, figlio della tua ancella; hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode e invocherò il nome del Signore (Cfr. Salmo 115, 16-18). Non solo per me e non da sola. Il cuore diventa ospitale, quella piccola fiamma sviluppa calore di compassione. Incontro altre persone, la fiaccola si inclina al desiderio di trasmettere quel calore, incitando staffette di luce. Ero misero ed egli mi ha salvato. Ritorna, anima mia, alla tua pace. (Salmo 115, 6-7)Di vicolo in vicolo, di cuore in cuore, quella pace si diffonde e ci ritroviamo ancora una volta davanti al Braciere; fiaccole spente, fiaccole accese per la prima volta, fiaccole con una flebile fiamma, si accostano; e si riparte. Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Adempirò i miei voti al Signore, davanti a tutto il suo popolo. (Salmo 115, 12.14)Si può forse descrivere anche così il cammino di conversione continua del consacrato e l’anima della sua missione: accendere fiaccole indicando il Braciere che alimenta la fiamma. Nel rito di benedizione delle candele, parte della liturgia della Presentazione di Gesù al tempio, ascoltiamo che illuminati dallo stesso Spirito, Simeone e Anna riconobbero il Signore e pieni di gioia gli resero testimonianza. Quello Spirito continua a portare luce per riconoscere il Signore che vive in mezzo al suo popolo.La memoria grata e responsabile della nostra chiamata ad accogliere l’amore di Dio nel suo tempio (Cfr Antifona dopo la benedizione) è quanto celebriamo nella giornata mondiale della Vita Consacrata, giornata di preghiera perché queste fiaccole restino accese di speranza e di amore da offrire per tutta la Chiesa. Il mondo non lo sa, ma più di qualunque altra cosa ha bisogno della presenza di uomini e donne di Dio, di profeti del Dio vivente. Poiché la forza distruttiva che agisce nel mondo è così dirompente, noi abbiamo bisogno di un potere ancora più grande per poterla sovrastare; abbiamo bisogno del potere stesso di Dio. Contro l’oscura forza che controlla interi gruppi di persone, intere società e avvenimenti. Poteri oscuri che superano di gran lunga le forze dell’uomo; proprio per questo è necessario l’aiuto stesso di Dio. (Y. Hindrakusuma O.Carm, Vedere l’Invisibile)Possiamo davvero, uomini e donne consacrate, essere oasi di sollievo, di misericordia ricevuta e ridonata? Se abbiamo fatto esperienza dell’amore trasformante di Dio, capace di far nuova la vita dell’uomo, si, lo possiamo. Continuando a cercare Dio con gli occhi della fede, ad ascoltare il fratello come si ascolta la Parola sacra, ad accompagnarlo e camminare insieme con umile ardore. Non esistono per noi meriti di vita virtuosa, ma l’opportunità di vivere con e nella Parola che diviene chiave di lettura dell’esistenza, una rinnovata e feconda incarnazione del Verbo. Per noi, per tutti. «Ciò che abbiamo contemplato lo annunziamo» (Cfr 1Gv 1,1), come testimoni, non come maestri, cercando di rispondere ogni giorno alla chiamata del Signore. La spada che ha trafitto il cuore della Vergine Maria, richiama anche la nostra missione specifica in questo luogo, Cerreto di Sorano. Sollevare Lei da questo dolore, così come Ella ha chiesto apparendo come Madre Addolorata, significa corrispondere all’amore del Figlio per noi e portare guarigione perché abbiamo sperimentato la potenza della guarigione che viene da Dio.Suor M. Daniela del Buon PastoreMonastero carmelitano – Cerreto di Sorano