Vita Chiesa

Oratori, la «mappa» toscana: una presenza variegata

La mappatura ha permesso di rilevare circa 90 oratori propriamente detti, un terzo dei quali quotidiani e i restanti con apertura settimanale o festiva. Una cifra incompleta, probabilmente inferiore rispetto alla reale diffusione, ma che serve già a delineare una presenza significativa.

Fra gli oratori che hanno risposto al questionario diffuso dalla Consulta regionale di pastorale giovanile, molti sembrano godere di buone risorse strutturali (spazi a disposizione, impianti, attrezzatura).

Nel quadro generale, la presenza degli oratori nelle diocesi e allo stesso modo nella regione si presenta variegata e territorialmente diffusa a macchie di leopardo. In Toscana risulta ancora molto diffusa la realtà del circolo parrocchiale – spesso sotto il nome di varie sigle associative – che però non necessariamente corrisponde a quella di un oratorio. Nel parlare comune, spesso il primo è pensato come luogo la cui attività è prevalentemente rivolta agli adulti, mentre generalmente per oratorio si intende una realtà che coinvolge i ragazzi per attività ludiche e ricreative, anche senza che sia richiesta una vera e propria iscrizione.

Accanto agli oratori censiti dalla mappatura poi  ci sono molte altre parrocchie che svolgono attività in uno stile che non esitiamo a definire oratoriale; spesso si tratta di progetti catechistici con percorsi e attività di animazione, condivisi all’interno del cammino della comunità parrocchiale, generalmente aperti a forme di oratorio estivo più o meno strutturate. Potremmo dire di queste realtà che si tratta di oratori, ma non lo sanno.Se si escludono alcuni oratori «storici», come non pochi di quelli legati alla presenza di comunità religiose (oratori salesiani, ad esempio), la stragrande maggioranza degli oratori toscani sono figli del Grande Giubileo del 2000, quindi oratori giovani. Vale peraltro la pena sottolineare che anche gli oratori di storica fondazione hanno riscoperto in tempi più recenti una nuova identità.La fotografia. La rilevazione ha permesso di mettere in luce un buon numero di oratori con strutture di alto livello. Gli oratori toscani in maggioranza si rivolgono a bambini e ragazzi, anche se non mancano realtà con una più spiccata vocazione giovanile; i giovanissimi risultano spesso coinvolti nelle prime esperienze di animazione. La presenza della famiglia in oratorio risulta scarsa. Non mancano comunque oratori con una vocazione partecipativa particolare della famiglia.

Gli operatori sono per la stragrande maggioranza volontari; in questo tempo, che riscontra anche in questa nostra terra altrimenti sensibile una crisi del volontariato, fa piacere sottolineare come gli oratori possano ancora reggersi su di esso, anche se non mancano casi nei quali si riscontra la presenza di figure professionali retribuite.

La comunicazione di tutto quanto è e fa oratorio risulta passare soprattutto attraverso il rapporto personale, le affissioni, il foglio parrocchiale e facebook.

Il rapporto fra oratorio e parrocchia appare generalmente buono, anche se allo stesso tempo sembra il più delle volte correre su binari vicini ma paralleli. Molto dipende dall’impostazione e dalle figure trainanti: maggiori difficoltà di comunione si riscontrano laddove l’oratorio si regge più sull’intuizione e l’opera dei fondatori dell’oratorio e delle persone che lo animano più che sulla consapevolezza da tutti condivisa della valenza pastorale dell’oratorio. La situazione è molto rosea quando tale consapevolezza è nata, voluta e fiorita in seno a tutta la comunità.

Talvolta si riscontra una scarsa o nulla propensione alla collaborazione fra parrocchie vicine; in compenso, quando questo avviene, soprattutto in realtà di tessuto urbano, si vedono fiorire centri oratoriali di notevole spessore.Dalle schede è emersa come centrale la necessità di avviare alleanze educative e di ottenere un maggior inserimento sul territorio, in particolare nel mondo della scuola e attraverso un rapporto vivo e fecondo con le istituzioni a vario livello. Ci sono già realtà dove la collaborazione risulta ben avviata, con la scuola e con le istituzioni, anche attraverso l’opera di associazioni che fanno da ponte fra scuola e oratorio. La mappatura non ha lasciato emergere molte alleanze in vista di interventi socio-caritativi sul territorio. Forse è il segno che certe attenzioni vengono più considerate affare della parrocchia che non dell’oratorio.Punti forti e criticità. Il questionario chiedeva anche di esprimere alcuni punti di forza e le criticità da affrontare. Tra i primi, la grande attenzione data alla alta presenza di giovani volontari che sperimentando la gratuità si mettono a servizio degli altri in oratorio; essi, con creatività e entusiasmo, contribuiscono a far emergere la generale capacità di aggregazione propria degli oratori che con continuità aprono i propri spazi e offrono un’accoglienza incondizionata e anche multietnica.

Tra le sfide attuali, collegata al variegato mondo del volontariato vi è la richiesta di mantenere costante una presenza attiva di preghiera e servizio, spesso resa difficile anche per il veloce ricambio degli adolescenti animatori non sempre fedeli nella gestione dei tempi di servizio, come anche il bisogno di una qualificata preparazione. In alcuni casi gli oratori segnalano la insufficienza di forze a disposizione e la necessità di essere maggiormente capaci nell’individuazione e valorizzazione delle risorse umane. Dal lato delle risorse si nota talvolta la mancanza di persone adulte che si impegnino nell’oratorio come «missionarie» nel mondo giovanile.