Vita Chiesa

Ortodossi e questione ucraina: Patriarcato di Mosca, «dovremo interrompere comunione con Costantinopoli»

«La Chiesa ortodossa russa non accetterà questa decisione. Dovremo pertanto interrompere la comunione con Costantinopoli, e quindi Costantinopoli non avrà più i diritti per rivendicare la sua leadership nel mondo ortodosso». Usa parole dure il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa del Patriarcato di Mosca, in una dichiarazione rilasciata ieri sera alla stampa in merito alla nomina da parte del  di due suoi gerarchi per l’Ucraina in vista della concessione della autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina. «Questa azione è stata intrapresa in violazione dei canoni della Chiesa e non può rimanere senza risposta», dice Hilarion. «Speriamo che Costantinopoli riconsideri questa decisione. Se ciò non dovesse accadere, dovremo trovare una decisione appropriata e prendere provvedimenti in risposta».

In una dichiarazione diffusa nel pomeriggio di ieri, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa aveva manifestato la sua «ferma protesta» contro una decisione – si legge nel testo – che «è stata adottata senza un accordo con il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia e del Metropolita Onufry di Kiev e di tutta l’Ucraina. Costituisce pertanto una grande violazione dei canoni della Chiesa che proibisce ai vescovi di una Chiesa locale di interferire nella vita interna e negli affari di un’altra Chiesa locale».

Parlando ai microfoni del canale Tv Russia-24, il Metropolita Hilarion spiega: «Cosa significa dal nostro punto di vista? Implica, in primo luogo, la legittimazione dello scisma in Ucraina poiché sono solo gli scismatici che sostengono l’autocefalia mentre la Chiesa ucraina canonica, che unisce la maggioranza dei fedeli ortodossi in Ucraina (oltre 12mila parrocchie, più di 200 monasteri) non ha chiesto alcuna autocefalia e nessuna indipendenza. Al contrario, la Conferenza dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, che si è appena svolta, ha deciso all’unanimità che lo status di cui gode questa Chiesa è ottimale per lei. Ed è lo status di una Chiesa autogestita che fa parte del Patriarcato di Mosca».

I toni della Dichiarazione si fanno a questo punto durissimi. Agendo in questo modo – rincara Hilarion – «il Patriarcato di Costantinopoli si è apertamente incamminato sul sentiero di guerra. Ed è una guerra non solo contro la Chiesa russa, non solo contro il popolo ortodosso ucraino; è una guerra contro l’unità di tutto il mondo dell’Ortodossia». «Il Patriarcato di Costantinopoli – dice ancora Hilarion – si pone come una sorta di leader dei 300 milioni di persone ortodosse nel mondo e il Patriarca di Costantinopoli è considerato quasi come il papa ortodosso». Ma, se il progetto di autocefalia ucraina dovesse andare in porto, «almeno la metà di questa popolazione di 300 milioni di persone non lo riconoscerà più come il primo nella famiglia delle Chiese ortodosse». «Penso – conclude il Metropolita russo – che il Patriarca Bartolomeo si dovrà assumere la responsabilità personale di questa azione, prima mettendosi di fronte al giudizio di Dio e poi al giudizio della storia».