Vita Chiesa

PAPA E BARTOLOMEO I, DICHIARAZIONE COMUNE: FAR CRESCERE IN EUROPA LA COLLABORAZIONE TRA CATTOLICI E ORTODOSSI

In un mondo che “soffre ogni genere di divisioni e di squilibri”, è importante “che i cristiani e le Chiese vivano tra loro in pace ed in armonia, per testimoniare concordemente il messaggio del Vangelo in modo più credibile e convincente”. E’ quanto si legge nella dichiarazione comune firmata a oggi dal Papa e dal patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, in cui entrambi esprimono la “piena volontà di continuare il cammino verso la piena comunione tra noi in Cristo”. Nella parte finale del testo, il riferimento è al “particolare contesto dell’Europa, in cammino verso forme più alte di integrazione e di allargamento verso l’Est del Continente”: il Papa e Bartolomeo parlano a questo proposito di “positivo sviluppo”, ed esprimono “la speranza che in questa nuova situazione cresca la collaborazione tra cattolici e ortodossi”.

Tra le “sfide da affrontare insieme per contribuire al bene della società”, Giovanni Paolo II e il patriarca elencano quelle di “guarire con l’amore la piaga del terrorismo, infondere una speranza di pace, contribuire a sanare tanti conflitti dolorosi; restituire al continente europeo la consapevolezza delle sue radici cristiane; costruire un vero dialogo con l’Islam, poiché dall’indifferenza e dalla reciproca ignoranza può nascere soltanto diffidenza e persino odio”. Non meno importanti, gli impegni ad “alimentare la consapevolezza della sacralità della vita umana; operare affinché la scienza non neghi la scintilla divina che ogni uomo riceve con il dono della vita; collaborare affinché questa nostra terra non sia sfigurata e il creato possa preservare la bellezza che Dio gli ha donato; ma, soprattutto, annunciare con rinnovato vigore il messaggio evangelico, mostrando all’uomo contemporaneo quanto il Vangelo lo aiuti a ritrovare se stesso ed a costruire un mondo più umano”.

Nonostante i “molti passi positivi” e la “ferma volontà “di “proseguire nel cammino verso la piena comunione”, il Papa e Bartolomeo I, nella dichiarazione comune siglata oggi, non si nascondono gli “ostacoli” incontrati nel camino ecumenico, a 40 anni dallo “storico incontro” tra Paolo VI e Atenagora I a Gerusalemme. Si tratta, spiegano i due firmatari, di ostacoli “di varia natura”, “dottrinali”, ma anche “derivanti da condizionamenti di una storia difficile”, fino ai nostri giorni.

I “nuovi problemi” sorti da “profondi mutamenti avvenuti nella compagine politico-sociale europea”, si legge infatti nella dichiarazione, “non sono rimasti senza conseguenze nei rapporti tra le Chiese cristiane”, senza contare che “con il ritorno alla libertà dei cristiani in Europa centrale e orientale si sono risvegliati anche antichi timori, rendendo difficile il dialogo”. Di qui l’esortazione comune a “riattivare al più presto “i lavori della Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, che “ha segnato, negli ultimi anni, il passo”, ma per Giovanni Paolo II e Bartolomeo I “può restare strumento idoneo per studiare i problemi ecclesiologici e storici, che sono alla base delle nostre difficoltà, ed individuarne ipotesi di soluzione”.

“E’ nostro dovere continuare nel deciso impegno di riattivarne i lavori al più presto”, scrivono i firmatari del testo ecumenico, che sembrano riferirsi indirettamente anche alla questione dell’istituzione di un patriarcato cattolico per gli ucraini (fortemente osteggiata da Alessio II), quando parlano della necessità di “affrontare fraternamente alcuni problemi e malintesi che sono recentemente sorti”. Proseguire sulla strada del “dialogo della carità”, perseguendo “unità e pace”: questo l’impegno concreto sottoscritto dalle due chiese, “perché le difficoltà possano essere affrontate con serenità e non rallentino od oscurino il cammino intrapreso verso la piena comunione in Cristo”. Inaugurata a Roma la chiesa dei Greco-OrtodossiQuesta mattina a Roma, con una liturgia celebrata dal Patriarca ecumenico Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli, è stato inaugurato l’uso liturgico della chiesa di San Teodoro di Tirone, donata dalla diocesi di Roma alla comunità greco-ortodossa della capitale. Due anni sono durati i lavori di restauro e di ridecorazione dell’edificio che sostituisce la chiesa di Sant’Andrea apostolo, cappella dell’ambasciata di Grecia, dove precedentemente la comunità svolgeva i suoi riti. “Celebriamo oggi – ha detto Bartolomeo I – l’inaugurazione di una chiesa maestosa, antica, storica”. Il Patriarca ha poi ricordato i rapporti con la chiesa romano-cattolica: “Sicuramente 950 anni di scisma e di reciproca privazione costituiscono una dolorosa realtà. Però, poco più oltre la metà del XX secolo, alcuni indimenticabili grandi uomini, il venerato nostro predecessore Athenagoras I da una parte e il Papa Giovanni XXIII seguito da Paolo VI dall’altra, hanno compiuto i primi generosi e grandi passi d’amore. Le braccia sono aperte e il dialogo ha costruito relazioni di reciproca comprensione, così come è cominciato il dialogo teologico della verità. Finalmente Occidente e Oriente guardano l’uno all’altro in faccia. Naturalmente abbiamo ancora davanti a noi molta strada prima che il calice sia comune… Aspettiamo, desideriamo, sogniamo e preghiamo per l’unione di tutti”. Presenti alla cerimonia il cardinale vicario Camillo Ruini ed il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Sir

Il testo integrale della Dichiarazione comune con il patriarca Bartolomeo I