Vita Chiesa

PAPA IN TURCHIA: «LA LIBERTÀ RELIGIOSA CONDIZIONE NECESSARIA PER EDIFICAZIONE DELLA SOCIETÀ»

Occorre “affrontare il dialogo interreligioso e interculturale con ottimismo e speranza. Esso non può essere ridotto ad un extra opzionale: al contrario”, è “una necessità vitale, dalla quale dipende in larga misura il nostro futuro”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI, salutando il presidente del Direttorato degli affari religiosi della Turchia. “I cristiani e i musulmani – ha spiegato il Papa – seguendo le loro rispettive religioni, richiamano l’attenzione sulla verità del carattere sacro e della dignità della persona. È questa la base del nostro reciproco rispetto e stima, questa è la base per la collaborazione al servizio della pace fra nazioni e popoli, il desiderio più caro di tutti i credenti e di tutte le persone di buona volontà”. Richiamando l’insegnamento del Concilio Vaticano II, il Pontefice ha sottolineato che “i cristiani e i musulmani appartengono alla famiglia di quanti credono nell’unico Dio e che, secondo le rispettive tradizioni, fanno riferimento ad Abramo”. Un’unità “nelle nostre origini” che “ci sospinge a cercare un comune itinerario, mentre facciamo la nostra parte in quella ricerca di valori fondamentali” così “caratteristica delle persone del nostro tempo”.

“Il Suo Paese è molto caro ai cristiani: molte delle primitive comunità della Chiesa furono fondate qui e vi raggiunsero la maturità, ispirate dalla predicazione degli Apostoli”, e “la tradizione giunta sino a noi afferma che Maria, la Madre di Gesù, visse ad Efeso, nella casa dell’apostolo san Giovanni”. Nel suo saluto al presidente del Direttorato degli affari religiosi della Turchia, esteso anche “a tutti i leader religiosi” del Paese, “specialmente ai Gran Muftì di Ankara e Istanbul”, e a “tutti i musulmani”, Benedetto XVI ha richiamato “il glorioso passato” di “questa nobile terra”, testimoniato da “tantissimi monumenti cristiani e musulmani”. Rievocando la figura di papa Giovanni XXIII, quando, come arcivescovo Roncalli, trascorse alcuni anni nel Paese anatolico in qualità di rappresentante pontificio a Istanbul, Benedetto XVI ha affermato di essersi preparato alla sua visita “con i medesimi sentimenti” del suo predecessore che affermava di “voler bene al popolo turco”. Il Pontefice ha quindi fatto sue le parole pronunciate da Giovanni Paolo II durante la visita del 1979: “Mi domando se non sia urgente… riconoscere e sviluppare i vincoli spirituali che ci uniscono”. Sir “La libertà di religione, garantita istituzionalmente ed effettivamente rispettata, sia per gli individui come per le comunità, costituisce per tutti i credenti la condizione necessaria per il loro leale contributo all’edificazione della società”. Così Benedetto XVI, al presidente del Direttorato degli affari religiosi della Turchia, incontrato oggi. “Come uomini e donne di religione – ha detto il Papa -, siamo posti di fronte alla sfida della diffusa aspirazione alla giustizia, allo sviluppo, alla solidarietà, alla libertà, alla sicurezza, alla pace, alla difesa dell’ambiente e delle risorse della terra. Ciò perché anche noi, mentre rispettiamo la legittima autonomia delle cose temporali, abbiamo un contributo specifico da offrire nella ricerca di soluzioni adatte a tali pressanti questioni”. “In particolare – ha sottolineato il Pontefice -, possiamo offrire una risposta credibile alla questione che emerge chiaramente dalla società odierna, anche se essa è spesso messa da parte”, ossia quella “riguardante il significato e lo scopo della vita”. Per il Papa “siamo chiamati ad operare insieme, così da aiutare la società ad aprirsi al trascendente, riconoscendo a Dio” il posto “che Gli spetta”. Sir