Vita Chiesa

PER IL PAPA VIA CRUCIS IN TV; CARD. RATZINGER, «QUANTA SPORCIZIA NELLA CHIESA»

“Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute!”. E’ un “mea culpa”, quello fatto dal card. Joseph Ratzinger, decano del Collegio cardinalizio, autore quest’anno delle meditazioni e preghiere della “Via Crucis”, in programma stasera (ore 21,15), dal Colosseo al Palatino, senza la presenza del Papa: per la prima volta in 26 anni di pontificato il Santo Padre seguirà infatti dalla televisione il tradizionale rito pasquale, guidato dal card. Camillo Ruini, suo vicario per la diocesi di Roma. Nella meditazione sulla terza caduta di Gesù (nona stazione), Ratzinger commenta: “Ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche – si legge nel libretto della “Via Crucis”, messo a disposizione dall’Ufficio vaticano per le celebrazioni liturgiche – a quanto rito debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stesse senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote!”.

La “caduta” come “caricatura” che l’uomo fa di se stesso è il tema della terza stazione, dalla quale secondo Ratzinger “emerge la natura del nostro orgoglio: la superbia con cui vogliamo emanciparci da Dio non essendo nient’altro che noi stesi, con cui crediamo di non aver bisogno dell’amore eterno, ma vogliamo dar forma alla nostra vita da soli. In questa ribellione contro la verità, in questo tentativo di essere noi stessi dio, di essere creatori e giudici di noi stessi, precipitiamo e finiamo per autodistruggerci”.

“La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita”: questi, scrive il cardinale a commento della settima stazione, i simboli della “triplice caduta dell’uomo”, simbolo di come “nella storia più recente la cristianità, stancatasi della fede, abbia abbandonato il Signore: le grandi ideologie, come la banalizzazione dell’uomo che non crede più a nulla e si lascia semplicemente andare, hanno costruito un nuovo paganesimo, un paganesimo peggiore, che volendo accantonare definitivamente Dio, è finito per sbarazzarsi dell’uomo”. Sir