Vita Chiesa

POLONIA, I RISULTATI DELLA COMMISSIONE STORICA DEI VESCOVI SU COLLABORAZIONE CON REGIME COMUNISTA

“Non più di una ventina tra gli attuali 132 vescovi polacchi, ai tempi del regime comunista, sono stati registrati come persone contattate dai servizi di sicurezza (Sb), e solo uno è stato registrato come agente dei servizi”. E’ quanto afferma in un comunicato la Commissione storica dell’episcopato polacco reso noto oggi a Varsavia dal portavoce della Conferenza episcopale mons. Jozef Kloch. Il comunicato informa che alcuni altri sacerdoti che oggi fanno parte dell’episcopato sono stati annoverati dagli agenti Sb come “candidati a collaboratori”, ma sottolinea che “tale registrazione non può in alcun modo sottintendere una forma di collaborazione con gli organi di sicurezza della Polonia comunista, in quanto era una forma di repressione”. La Commissione che nel corso degli ultimi mesi ha analizzato gli archivi dei servizi custoditi presso l’Istituto di memoria nazionale (Ipn), sottolinea che “i materiali sono in gran parte difettosi poiché sono stati distrutti negli anni 1989-1990, in concomitanza con la caduta del regime comunista in Polonia. “Il materiale conservato e messo a disposizione della Commissione relativo ai sacerdoti poi nominati vescovi è incompleto e disorganico. Questo impedisce di valutare in modo coscienzioso la rilevanza, l’intensità e il danno arrecato da un’eventuale collaborazione, reale e consapevole di queste persone con gli organi di sicurezza della Repubblica Popolare di Polonia”. Un’ulteriore difficoltà – aggiunge la Commissione – è costituita dal fatto che “alle persone religiose in genere non veniva richiesto un consenso scritto alla collaborazione, né il Sb chiedeva loro dei documenti firmati”. Il comunicato fa presente che “nei confronti di altri membri dell’episcopato polacco, tuttora in vita, non vi è ragione alcuna per parlare di una qualsiasi forma di collaborazione”. La commissione prevede di ultimare, entro il 2007, il rapporto complessivo, riguardante tra l’altro “le premesse ideologiche del marxismo nei confronti della religione, i meccanismi atti a eliminare la Chiesa cattolica dalla Polonia da parte del potere politico comunista, dimostrando il ruolo ed i comportamenti dei sacerdoti in difesa dei valori spirituali e nazionali, negli anni 1945-1989”.

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