Vita Chiesa

PRATO, A 700 ANNI DAL FURTO DI MUSCIATTINO CELEBRAZIONI IN DUOMO PER LA MADONNA DEL SACRO CINGOLO

Settecento anni fa il furto sacrilego di Musciattino. Sono passati sette secoli da quella notte tra il 27 e il 28 luglio del 1312, quando Giovanni di ser Landetto da Pistoia, un chierico secolare detto anche Musciattino, tentò di sottrarre ai pratesi la Cintola della Madonna per portarla, secondo la leggenda a Pistoia, ma a Firenze più verosimilmente, secondo quanto risulta dalle evidenze storiche e dai documenti del processo. La storia è nota e tutti i pratesi sanno che sul fianco del Duomo, proprio sopra la seconda porta sul lato sud, quella più vicina al campanile, c’è ancora quella che la leggenda vuole l’impronta della mano del ladro che fu tagliata e lanciata contro la chiesa dalla folla inferocita. Un fatto macabro e tra i più noti della storia di Prato che da sempre ha legato il proprio nome alla reliquia mariana. Tutti gli anni, e quest’anno in modo particolare visto lo speciale anniversario, il 28 luglio, che cade di sabato, secondo il calendario «proprio», ricorre la festa della Madonna del Sacro Cingolo.

La ricorrenza viene celebrata in Duomo. Domani, sabato 28 luglio, messe alle ore 7,30 e alle ore 9,15, canto delle lodi; alle 9,30 messa solenne concelebrata dal Capitolo della cattedrale nella Cappella del Sacro Cingolo. Alle 17 il rosario e alle 17,30 i vespri. Alle 18 la messa celebrata dal parroco can. Emilio Riva. In questo giorno, partecipando alle funzioni in programma o almeno visitando devotamente la cattedrale, si può ottenere l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni (confessione e comunione sacramentale, recita del Padre nostro e del Credo, preghiera per il S. Padre). L’indulgenza, ovvero la remissione delle pene dovute per i peccati, è stata concessa, nel 1996, in virtù del titolo di Basilica minore attribuito alla cattedrale da Papa Giovanni Paolo II.

Infine, sulle pagine pratesi del numero del settimanale Toscana Oggi ora in edicola e nelle chiese, una lunga e dettagliata ricostruzione dell’evento storico di 700 anni fa scritta da don Renzo Fantappiè, direttore dell’ufficio diocesano Beni culturali.