Vita Chiesa

PRATO, DOPO 40 ANNI TORNA A CAFAGGIO «LA MESSA BEAT»

Anno 1969, l’uomo è sbarcato sulla luna e l’onda lunga della contestazione si sta diffondendo in tutto il mondo. A Prato, precisamente a Cafaggio, un gruppo di amici, d’accordo con il parroco, portano in chiesa chitarra, basso e batteria. Per la prima volta in Italia, nel corso di una funzione domenicale viene eseguita la musica dei giovani: la Messa beat. Oggi, a quarant’anni dall’evento, i protagonisti di allora (Marco Becagli voce, Andrea Spagnesi batteria, Roberto Bettazzi chitarra, Giuseppe Campanale tastiere, con l’aggiunta di Riccardo Petrelli al basso che sostituisce Filippo Policelli recentemente scomparso) non più «capelloni» ma con lo stesso entusiasmo dei favolosi anni ’60, riproporranno le canzoni e le musiche beat, all’interno della messa festiva nella parrocchia di Cafaggio, guidata da don Massimo Malinconi. Domenica 6 settembre alle 10,30, in piazza Olmi, celebrazione all’aperto e spazio agli strumenti elettrici, per vivere ancora quel magico momento in cui si cercò di fondere rito e ritmo.A guardarla con gli occhi di oggi la cosa può sembrare di poco conto, ma all’epoca la notizia valicò i confini regionali. Al posto del tradizionale organo a canne la messa di domenica 26 gennaio 1969 venne animata dagli «urlatori», dai beatnik del «R&B Group». Addirittura la Settimana Incom, il cinegiornale mondano, dedicò all’evento un lungo servizio.La Storia. Nel 1969, in pieno fermento post-conciliare, l’allora parroco di Cafaggio, il compianto don Sergio Pieri, chiese ad alcuni giovani: «Come possiamo fare per far tornare i vostri amici alla messa domenicale?». Secondo i ragazzi quello che serviva era una novità accattivante. Così nacque l’idea: la Messa beat. Marco Becagli, Andrea Spagnesi, Giuseppe Campanale e Roberto Bettazzi, allora diciottenni e componenti di un complesso (in quegli anni le band musicali si chiamavano così) chiamato «R&B Group», avevano saputo che i Barrittas, gruppo beatnik sardo, tre anni prima si erano esibiti a Roma all’Oratorio di San Filippo Neri con la «Messa dei Giovani», su musiche del compositore Marcello Giombini, riscuotendo un successo incredibile. «Perché non farla anche a Cafaggio?» chiesero i due a don Sergio, che senza esitazione dette il suo benestare.Il Vescovo Fiordelli come avrebbe giudicato questa novità liturgica? Sarebbe stato d’accordo? Il parroco e i ragazzi erano decisi ad andare fino in fondo convinti della bontà dell’iniziativa e per non rischiare di vedersi negato il permesso della celebrazione, don Sergio decise di comunicare al presule la volontà di celebrare la Messa beat solo poche ore prima dell’inizio. Il programma prevedeva due funzioni, una sabato sera alle 21 e l’altra la domenica mattina. Alle 18 di sabato la telefonata da Cafaggio in Curia. Mons. Fiordelli rimase stupito della notizia ma non negò la celebrazione, decise di inviare come osservatore il segretario della Commissione liturgica diocesana. L’emissario del Vescovo, che assistette alla messa del sabato, non ebbe una impressione negativa e disse al presule che la partecipazione e i canti furono molto rispettosi.Così, non solo la domenica si replicò ma lo si fece alla presenza di molti giornalisti e soprattutto della televisione. Quando in tv si parla degli anni ’60 il filmato della Settimana Incom viene quasi sempre ritrasmesso, ed è diventato un vero e proprio manifesto dell’epoca.Cos’è la Messa beat. Si tratta del tentativo di accostare Sacre scritture e «musica profana», in questo caso quella che negli anni ’60 andava per la maggiore: il beat. L’idea nacque in Italia e la primogenitura se la contendono il complesso degli Amici di Ascoli Piceno e i sardi Barrittas. Questi ultimi sono senza dubbio i più famosi e la loro Messa beat, con le musiche di Marcello Giombini è considerata quella «ufficiale». La composizione si divide in 8 brani, canzoni che accompagnano le fasi della messa e sostituiscono alcune invocazioni dell’assemblea. Ci sono quindi il canto d’inizio, il Gloria, il Credo, l’Offertorio, il Sanctus, la canzone del Padre Nostro, l’Agnello di Dio e la Communio.Oggi nelle nostre parrocchie i canti con chitarra sono molto comuni ma allora, in una Chiesa che stava passando dal latino al linguaggio comune, era una assoluta novità. I ragazzi di Cafaggio eseguirono proprio la messa di Giombini.La festa paesana di Cafaggio in onore dell’Assunta. Messa beat ma non solo. Tradizionalmente i primi settembre a Cafaggio si tengono i festeggiamenti dell’Assunta, patrona della parrocchia. Anche quest’anno sono tante le iniziative organizzate dalla comunità cafaggese, tutte dedicate, e non poteva essere altrimenti, al revival degli anni ’60.Cominciamo con gli eventi religiosi. Domenica 6 messe alle 8 e alle 10,30 (animata dalla Messa beat), alle 20,30 la celebrazione al chiesino Giovannelli e al termine la partenza della processione per le vie del paese fino alla chiesa parrocchiale. Sempre domenica, alle 12, inaugurazione dei nuovi locali del circolo Mcl, che si trova in piazza Olmi accanto al complesso parrocchiale.Tutte le sere della festa, alle 21,15, dal 7 al 12 (escluso l’8, giorno della Madonna della fiera), in piazza Olmi ci saranno spettacoli e concerti. Lunedì 7 spettacolo di magia con il Mago Hogan; mercoledì 9 Marco Folk in concerto (uno dei «ragazzi beat» che suonò nel ’69); giovedì 10 serata a tema con sfilata di vestiti vintage anni ’60 e abiti da sposa. Venerdì 11 musica rock dal vivo con la partecipazione di gruppi giovanili emergenti; a seguire dj set. Sabato 12 il gran finale, cena popolare in piazza, l’anno scorso parteciparono circa 300 persone, dedicata a Woodstock e a quei favolosi anni. Nel corso della serata non mancheranno animazioni e giochi da strada tipici dell’epoca come muriella, hoola-hop, birilli di legno, trottole e molto altro ancora. Per partecipare occorre prenotarsi entro giovedì 10 al circolo Mcl (0574-541189). Inoltre tutte le sere pizza, stand gastronomici e fiera di beneficienza.