Vita Chiesa

PROLUSIONE DI RUINI: PIÙ SOLIDARIETÀ E COESIONE PER RIFORME E FINANZIARIA

Sulla crisi Fiat, “sembrano profilarsi alcuni segnali di miglioramento”, ma “da verificare”, mentre occorrono più “solidarietà e coesione” non solo sul piano economico e sociale, ma anche su quello politico, dove il fronte più “caldo” è rappresentato dalle riforme e dalle “difficoltà con cui deve misurarsi il bilancio dello Stato”. E’, in sintesi, la lettura della situazione del nostro Paese, data oggi dal card. Camillo Ruini, presidente della Cei, in apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 23 gennaio.

L’approvazione della legge finanziaria, secondo Ruini, “ha evidenziato le difficoltà con cui deve misurarsi il bilancio dello Stato e che fanno capo sia alla precaria congiuntura economica nazionale e internazionale sia ad alcuni nostri vincoli e difetti strutturale che da tempo richiedono di essere modificati”. Per Ruini, inoltre, “non è risolta, anche se pare aver superato la sua fase più acuta, la crisi della Fiat”, e soprattutto servono “modifiche profonde, in ambito economico e sociale, per favorire la riqualificazione della spesa pubblica, l’aumento degli investimenti nei settori chiave dello sviluppo e la crescita dell’occupazione”, ancora “troppo bassa” nel Sud. Più “solidarietà e coesione”, dunque, anche nel campo delle riforme, in atto “ormai da un decennio” ma alle quali “è mancato finora un disegno complessivo organico e sufficientemente condiviso”.

“Garantire, al di là delle mutevoli contingenze politiche e partitiche, una chiara e sicura efficacia delle scelte degli elettori, la stabilità dei governi e l’agilità della loro azione e al contempo il ruolo effettivo delle minoranze all’interno delle istituzioni e l’equilibrio tra i diversi poteri dello Stato, in particolare superando i contrasti tra maggioranza di governo e magistratura”: questa la “ricetta” della Cei per le riforme, realizzabili attraverso “una larga convergenza tra forze politiche anche assai diverse, a condizione che ciascuno sia disposto a non irrigidirsi sulle proprie posizioni ed eviti di porre atti o assumere atteggiamenti preclusivi di un dialogo sincero”. Un’occasione “utile” per “superare equivoci radicati e purtroppo diffusi” sul ruolo dei cattolici in politica: così ha definito la “Nota” della Congregazione per la dottrina della fede, diffusa nei giorni scorsi in materia. La “legittima libertà” di scelta dei cittadini, il rifiuto del pluralismo come “relativismo morale”, il primato della persona e del “bene comune”: questi alcuni principi giudicati salienti da Ruini nel documento vaticano, in cui si ribadisce che “la coscienza ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una singola legge” contrari “ai contenuti fondamentali della fede e della morale”, partendo dalla convinzione che la sfera civile e politica è autonoma “da quella religiosa ed ecclesiastica, ma non da quella morale”. Lo “studio approfondito” della Nota, secondo i vescovi italiani, “sarà assai utile sia per i cattolici impegnati in politica sia per le comunità cristiane e la divulgazione dei suoi contenuti aiuterà a superare equivoci radicati e purtroppo diffusi”. Riferendosi al dibattito attuale sulle “misure di clemenza” nelle carceri, Ruini ha auspicato che “dai lavori parlamentari attualmente in corso possa scaturire qualche provvedimento concreto nel senso di una riduzione della pena per i detenuti, senza compromettere per questo la sicurezza dei cittadini”, come ha chiesto il Papa. Altro provvedimento legislativo “atteso da tempo” dai vescovi, il disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione, di cui la Cei auspica la “ratifica definitiva” da parte del Senato, e quindi “il pieno inserimento scolastico di una benemerita categoria di docenti, in grande maggioranza laici, nel rispetto del giusto equilibrio tra le esigenze dello Stato e la specificità dell’insegnamento ella religione cattolica”. A proposito della recente, definitiva assoluzione del card. Michele Giordano, arcivescovo di Napoli, Ruini ha detto: “Ci rallegriamo con lui, della cui innocenza non avevamo mai dubitato, anche quando più gravi e scomposti erano stati il tenore e il rumore delle accuse”.Sir

Il testo integrale della Prolusione Ruini (formato .rtf)