Vita Chiesa

Papa: Angelus; ogni chiusura fa tenere a distanza chi non la pensa come noi. No alla mentalità del “nido”

Papa Francesco commentando la liturgia di oggi, prima della recita dell’Angelus, ha sottolineato ancora una volta l’importanza di non chiudersi all’altro, a chi non la pensa come noi. Ma il Vangelo è stato anche lo spunto per richiamare anche i credenti a respingere quanti all’interno della Chiesa si chiudono in quella che il Pontefice ha chiamato la mentalità del “nido”. “”Fratelli e sorelle, ogni chiusura, infatti, fa tenere a distanza chi non la pensa come noi e questo – lo sappiamo – è la radice di tanti mali della storia: dell’assolutismo che spesso ha generato dittature e di tante violenze nei confronti di chi è diverso – ha detto -. Ma occorre anche vigilare sulla chiusura nella Chiesa. Perché il diavolo, che è il divisore – questo significa la parola “diavolo”, che fa la divisione – insinua sempre sospetti per dividere ed escludere la gente. Tenta con furbizia, e può succedere come a quei discepoli, che arrivano a escludere persino chi aveva cacciato il diavolo stesso! A volte anche noi, invece di essere comunità umili e aperte, possiamo dare l’impressione di fare “i primi della classe” e tenere gli altri a distanza; invece che cercare di camminare con tutti, possiamo esibire la nostra “patente di credenti”: “io sono credente”, “io sono cattolico”, “io sono cattolica”, “io appartengo a questa associazione, all’altra…”; e gli altri poveretti no. Questo è un peccato. Esibire la “patente di credenti” per giudicare ed escludere. Chiediamo la grazia di superare la tentazione di giudicare e di catalogare, e che Dio ci preservi dalla mentalità del “nido”, quella di custodirci gelosamente nel piccolo gruppo di chi si ritiene buono: il prete con i suoi fedelissimi, gli operatori pastorali chiusi tra di loro perché nessuno si infiltri, i movimenti e le associazioni nel proprio carisma particolare, e così via. Chiusi. Tutto ciò rischia di fare delle comunità cristiane dei luoghi di separazione e non di comunione. Lo Spirito Santo non vuole chiusure; vuole apertura, comunità accoglienti dove ci sia posto per tutti”.

Dopo la recita della preghiera a Maria, il Papa ha ricordato la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che quest’anno ha per tema “Verso un noi sempre più grande”. “È necessario camminare insieme, senza pregiudizi e senza paure, ponendosi accanto a chi è più vulnerabile: migranti, rifugiati, sfollati, vittime della tratta e abbandonati. Siamo chiamati a costruire un mondo sempre più inclusivo, che non escluda nessuno”, ha spiegato. “Mi unisco a quanti, nelle varie parti del mondo, stanno celebrando questa Giornata; saluto i fedeli riuniti a Loreto per l’iniziativa della Conferenza Episcopale Italiana in favore dei migranti e dei rifugiati. Saluto e ringrazio le diverse comunità etniche presenti qui in Piazza con le loro bandiere; saluto i rappresentanti del progetto “APRI” della Caritas Italiana; come pure l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma e il Centro Astalli. Grazie a tutti per il vostro impegno generoso!”, ha concluso augurando come sempre buon pranzo a tutti e chiedendo di pregare per lui.