Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: «Dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati»

«Ogni domenica la comunità ecclesiale si stringe intorno all’Eucaristia, sacramento istituito da Gesù nell’Ultima Cena», ha detto ieri il Papa all’Angelus in piazza San Pietro, davanti a 20 mila fedeli, a proposito del Corpus Domini: «Tuttavia, ogni anno abbiamo la gioia di celebrare la festa dedicata a questo mistero centrale della fede, per esprimere in pienezza la nostra adorazione a Cristo che si dona come cibo e bevanda di salvezza». «Nell’Eucaristia Gesù, come fece con i discepoli di Emmaus, si affianca a noi, pellegrini nella storia, per alimentare in noi la fede, la speranza e la carità; per confortarci nelle prove; per sostenerci nell’impegno per la giustizia e la pace», ha spiegato Francesco, secondo il quale «questa presenza solidale del Figlio di Dio è dappertutto: nelle città e nelle campagne, nel Nord e nel Sud del mondo, nei Paesi di tradizione cristiana e in quelli di prima evangelizzazione. E nell’Eucaristia Egli offre sé stesso come forza spirituale per aiutarci a mettere in pratica il suo comandamento – amarci come Lui ci ha amato –, costruendo comunità accoglienti e aperte alle necessità di tutti, specialmente delle persone più fragili, povere e bisognose».

«Oggi più che mai dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati», ha poi ripetuto il papa, riferendosi alla Giornata mondiale del rifugiato promosso dall’Onu, che si celebra domani. «L’attenzione concreta -ha proseguito Francesco – va a donne, uomini, bambini in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni». «Ricordiamo anche nella preghiera quanti di loro hanno perso la vita in mare o in estenuanti viaggi via terra», l’invito del Papa: «Le loro storie di dolore e di speranza possono diventare opportunità di incontro fraterno e di vera conoscenza reciproca». «L’incontro personale con i rifugiati – ha assicurato Francesco – dissipa paure e ideologie distorte, e diventa fattore di crescita in umanità, capace di fare spazio a sentimenti di apertura e alla costruzione di ponti».

Poi la «vicinanza» del Papa per l’incendio «devastante che sta colpendo i boschi intorno a Pedrógão Grande causando numerose vittime e feriti. Preghiamo in silenzio». Infine, il saluto ai fedeli della Repubblica Centrafricana: «Porto nel cuore la visita che ho fatto nel novembre 2015 in quel Paese e auspico che, con l’aiuto di Dio e la buona volontà di tutti, sia pienamente rilanciato e rafforzato il processo di pace, condizione necessaria per lo sviluppo».              

«Stasera, sul sagrato di San Giovanni in Laterano, celebrerò la Santa Messa, a cui seguirà la processione con il Santissimo Sacramento, fino a Santa Maria Maggiore. Invito tutti a partecipare, anche spiritualmente, penso in particolare alle comunità di clausura, alle persone malate e ai carcerati. In questo aiutano anche la radio e la televisione». È l’appello pronunciato, dopo la recita dell’Angelus, dal Papa, per la festa del Corpus Domini, che quest’anno si è celebrata per la prima volta di domenica. «E martedì prossimo mi recherò in pellegrinaggio a Bozzolo e Barbiana, per rendere omaggio a Don Primo Mazzolari e Don Lorenzo Milani, i due sacerdoti che ci offrono un messaggio di cui oggi abbiamo tanto bisogno», ha proseguito Francesco riferendosi al suo viaggio pastorale di domani: «Anche in questo caso ringrazio quanti, specialmente sacerdoti, mi accompagneranno con la loro preghiera».