Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: le luci «intermittenti e abbaglianti» e la «luce stabile che non tramonta»

Nella nostra vita, come in quella dei Magi, «ci sono diverse stelle, luci che brillano e orientano»: «sta a noi scegliere quali seguire», ha detto il Papa, che durante l’Angelus che ha fatto seguito alla messa per l’Epifania ha spiegato che «ci sono luci intermittenti, che vanno e vengono, come le piccole soddisfazioni della vita: anche se buone, non bastano, perché durano poco e non lasciano la pace che cerchiamo». Ci sono poi «le luci abbaglianti della ribalta, dei soldi e del successo, che promettono tutto e subito: sono seducenti, ma con la loro forza accecano e fanno passare dai sogni di gloria al buio più fitto». I Magi, invece, «invitano a seguire una luce stabile, una luce gentile, che non tramonta, perché non è di questo mondo: viene dal cielo e splende nel cuore. Questa luce vera è la luce del Signore, o meglio, è il Signore stesso. Egli è la nostra luce: una luce che non abbaglia, ma accompagna e dona una gioia unica».

«Questa luce è per tutti e chiama ciascuno», ha proseguito Francesco: «Possiamo così sentire rivolto a noi l’odierno invito del profeta Isaia: ‘Alzati, rivestiti di luce’». «All’inizio di ogni giorno – la proposta del Papa – possiamo accogliere questo invito: alzati, rivestiti di luce, segui oggi, tra le tante stelle cadenti del mondo, la stella luminosa di Gesù! Seguendola, avremo la gioia, come accadde ai Magi, che al vedere la stella, provarono una gioia grandissima; perché dove c’è Dio c’è gioia». «Chi ha incontrato Gesù ha sperimentato il miracolo della luce che squarcia le tenebre e conosce questa luce che illumina e rischiara», ha assicurato Francesco: «Vorrei, con tanto rispetto, invitare tutti a non avere paura di questa luce e ad aprirsi al Signore. Soprattutto vorrei dire a chi ha perso la forza di cercare, è stanco, a chi, sovrastato dalle oscurità della vita, ha spento il desiderio: Alzati, coraggio, la luce di Gesù sa vincere le tenebre più oscure’».

«Seguiamo l’esempio dei Magi, che il Vangelo descrive sempre in movimento», ha proseguito il Papa. «Chi vuole la luce esce da sé e cerca», ha spiegato Francesco: «Non rimane al chiuso, fermo a guardare cosa succede attorno, ma mette in gioco la propria vita». «La vita cristiana è un cammino continuo, fatto di speranza, fatto di ricerca; un cammino che, come quello dei Magi, prosegue anche quando la stella sparisce momentaneamente dalla vista», ha assicurato il Papa: «In questo cammino ci sono anche delle insidie che vanno evitate: le chiacchiere superficiali e mondane, che frenano il passo; i capricci paralizzanti dell’egoismo; le buche del pessimismo, che intrappola la speranza. Questi ostacoli bloccarono gli scribi, di cui parla il Vangelo oggi. Essi sapevano dov’era la luce, ma non si mossero. La loro conoscenza è stata vana, sapevano tante cose per niente: non basta sapere che Dio è nato, se non si fa con Lui Natale nel cuore». «Dio è nato? Sì, ma è nato nel tuo cuore? E così lo troveremo», ha aggiunto il Papa a braccio. I Magi lo hanno fatto: «Trovato il Bambino, si prostrarono e lo adorarono. Non lo guardarono soltanto, non dissero solo una preghiera di circostanza e se ne sono andati, ma adorarono: entrarono in una comunione personale di amore con Gesù. Poi gli donarono oro, incenso e mirra, ovvero i loro beni più preziosi». «Impariamo dai Magi a non dedicare a Gesù solo i ritagli di tempo e qualche pensiero ogni tanto, altrimenti non avremo la sua luce», ha chiesto il Papa alle migliaia di fedeli che hanno gremito piazza San Pietro: «Come i Magi, mettiamoci in cammino, rivestiamoci di luce seguendo la stella di Gesù, e adoriamo il Signore con tutto noi stessi».

Auguri agli ortodossi. «Domani le comunità ecclesiali dell’Oriente che seguono il Calendario Giuliano celebreranno il Santo Natale. In spirito di gioiosa fraternità auguro che la nuova nascita del Signore Gesù le ricolmi di luce e di pace». È l’augurio del Papa dopo la recita dell’Angelus di oggi, in cui ha ricordato che «l’Epifania è la Giornata dell’Infanzia Missionaria», incoraggiando «tutti i bambini e i ragazzi che in tante parti del mondo si impegnano a portare il Vangelo e ad aiutare il loro coetanei in difficoltà». Poi un saluto, tra gli altri fedeli, a quelli venuti da Lazio, Abbruzzo e Molise, e un «grazie» alla Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria «per questo servizio educativo». Non è mancato il saluto del Papa ai partecipanti al corteo storico-folcloristico, che quest’anno è dedicato alle terre dell’Umbria meridionale e che «si propone di diffondere i valori di solidarietà e fratellanza», ai partecipanti al grande Corteo dei Re Magi che si svolge a Varsavia «con tante famiglie e tanti bambini» e all’Unitalsi di Roma che, insieme all’Amministrazione Capitolina, realizza oggi pomeriggio il presepe vivente a piazza del Campidoglio.

Un libretto sulla Misericordia. «I Magi offrono i loro doni, ma è Gesù il vero dono, in cui vediamo volto misericordioso del Padre che ci accoglie e ci perdona sempre, il volto di Dio che non ci tratta mai secondo le nostre opere e i nostri peccati, ma secondo la sua misericordia». Lo ha detto il Papa, che ha terminato l’Angelus parlando a braccio e ha fatto ai 35mila fedeli presenti un annuncio: «Anche io ho pensato di farvi un piccolo dono: il libretto ‘Icone di misericordia’. Il dono di Dio è Gesù, volto misericordioso del Padre, e per ricordare questo dono di Dio vi darò questo dono che vi verrà distribuito dai poveri, dai senzatetto e dai profughi insieme a tanti volontari e religiosi, che saluto cordialmente e ringrazio di vero cuore». «Vi auguro un anno di giustizia, di perdono, di serenità, ma soprattutto un anno di misericordia», l’augurio di Francesco: «Vi aiuterà legge questo libro: è tascabile, potete portarlo con voi. Non vi scordate di farvi anche voi il dono della vostra preghiera. Buona festa, buon pranzo e arrivederci!».