Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: no a egoismo, superbia, corruzione

«Nessuna malattia è causa di impurità: la malattia certamente coinvolge tutta la persona, ma in nessun modo intacca o impedisce il suo rapporto con Dio». A ricordarlo, nella Giornata mondiale del malato, è stato il Papa, che durante l’Angelus di ieri – al quale secondo la Gendarmeria vaticana hanno partecipato 30mila persone – in cui ha ricordato che «una persona malata può essere ancora più unita a Dio». «Invece il peccato, quello sì che ci rende impuri!», ha ammonito Francesco: «L’egoismo, la superbia, l’entrare nel mondo della corruzione, queste sono malattie del cuore da cui c’è bisogno di essere purificati, rivolgendosi a Gesù come il lebbroso: ‘Se vuoi, puoi purificarmi!’». «Facciamo un attimo di silenzio – la proposta a braccio ai 30mila in piazza San Pietro – e ognuno di noi – tutti voi, io, tutti – può pensare al suo cuore, guardare dentro di sé, e vedere le proprie impurità, i propri peccati. E ognuno di noi, in silenzio, ma con la voce del cuore dire a Gesù: ‘Se vuoi, puoi purificarmi’. Lo facciamo tutti in silenzio. ‘Se vuoi, puoi purificarmi’. ‘Se vuoi, puoi purificarmi’. E ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione con cuore pentito, il Signore ripete anche a noi: ‘Lo voglio, sii purificato!’». «Quanta gioia c’è in questo!», ha assicurato il Papa: «Così la lebbra del peccato scompare, ritorniamo a vivere con gioia la nostra relazione filiale con Dio e siamo riammessi pienamente nella comunità».

Un «clic» sul tablet, e il Papa è l’iscritto numero uno della prossima Giornata mondiale della gioventù, in programma a Panamá nel gennaio 2019. È successo al termine dell’Angelus di ieri, davanti a 30mila persone. «Oggi si aprono le iscrizioni alla Giornata mondiale della gioventù», le parole di Francesco: «Anch’io, alla presenza di due giovani, adesso mi iscrivo tramite internet… Ecco, mi sono iscritto come pellegrino alla Giornata mondiale della gioventù». «Dobbiamo prepararci!», ha esclamato il Papa, invitando «tutti i giovani del mondo a vivere con fede e con entusiasmo questo evento di grazia e di fraternità sia recandosi a Panamá, sia partecipando nelle proprie comunità». Poi l’accenno al capodanno lunare, che il 15 febbraio, nell’Estremo Oriente e in varie parti del mondo, «milioni di uomini e donne celebreranno»: «Invio il mio cordiale saluto a tutte le loro famiglie, con l’augurio che in esse si vivano sempre di più la solidarietà, la fraternità e il desiderio di bene, contribuendo a creare una società in cui ogni persona viene accolta, protetta, promossa e integrata», ha detto Francesco, esortando «a pregare per il dono della pace, tesoro prezioso da perseguire con compassione, lungimiranza e coraggio».

Salutando, infine, la comunità congolese di Roma, il Papa si è associato «alla sua preghiera per la pace nella Repubblica Democratica del Congo», ricordando che «questa intenzione sarà particolarmente presente nella Giornata di preghiera e digiuno che ho indetto per il 23 febbraio». Poi il grazie ai gruppi del dopo-Cresima, della professione e del catechismo provenienti dalle parrocchie e «un particolare pensiero ai malati che, in ogni parte del mondo, oltre alla mancanza della salute, soffrono spesso la solitudine e l’emarginazione», affinché possano contare su «una adeguata assistenza sanitaria» e su una «carità fraterna che sa farsi attenzione concreta e solidale».