Vita Chiesa

Papa Francesco: Angelus, no a «ipocrisia» e «compromessi con il male»

«Gesù rifiuta nettamente questa visione, perché Dio non permette le tragedie per punire le colpe, e afferma che quelle povere vittime non erano affatto peggiori degli altri», ha ricordato Francesco, mettendo in guardia i fedeli che hanno gremito piazza san Pietro dalla «tentazione di scaricare la responsabilità sulle vittime, o addirittura su Dio», di fronte «a certe disgrazie e ad eventi luttuosi». Dio non è fatto «a nostra immagine e somiglianza», il monito del Papa, al contrario, «ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male per imboccare decisamente la strada del Vangelo». «E questo lo facciamo tutti, i compromessi con il male, le ipocrisie – ha aggiunto a braccio – io credo che quasi tutti ne abbiamo almeno un pezzetto di ipocrisia». Ed «ecco di nuovo» la tentazione di giustificarci: «Ma da che cosa dovremmo convertirci? Non siamo tutto sommato brava gente?». «Quante volte abbiamo pensato questo», ha esclamato Francesco: «Ma, tutto sommato io sono uno bravo, sono una brava – non è così? – non siamo dei credenti, anche abbastanza praticanti? E noi crediamo che così siamo giustificati».

«Non è mai troppo tardi per convertirsi, mai! Fino all’ultimo momento: la pazienza di Dio che ci aspetta». È l’appello del Papa alle migliaia di fedeli riunite ieri in piazza San Pietro per l’Angelus, ai quali ha raccontato a braccio «quella piccola storia di santa Teresa di Gesù Bambino, quando pregava per quell’uomo condannato a morte, un criminale, che non voleva ricevere il conforto della Chiesa, respingeva il sacerdote, non voleva: voleva morire così. E lei pregava, nel convento. E quando quell’uomo era lì, proprio al momento di essere ucciso, si rivolge al sacerdote, prende il Crocifisso e lo bacia». «La pazienza di Dio!», ha esclamato Francesco: «E fa lo stesso anche con noi, con tutti noi! Quante volte – noi non lo sappiamo, lo sapremo in Cielo –, quante volte noi siamo lì, lì… e il Signore ci salva: ci salva perché ha una grande pazienza per noi. E questa è la sua misericordia». «Mai è tardi per convertirci, ma è urgente, è ora! Incominciamo oggi», l’invito del Papa, che ha chiesto di «non giudicare mai gli altri, ma a lasciarci provocare dalle disgrazie quotidiane per fare un serio esame di coscienza e ravvederci». A partire da questo anno giubilare, occasione in cui gustare «l’invincibile pazienza di Gesù», la sua «irriducibile preoccupazione per i peccatori», tipica anche di tutte le Quaresime, che «ci vengono offerte come occasioni di ravvedimento e di salvezza».