Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: «quando Dio si avvicina dobbiamo fidarci»

«Tutti e due si sono lasciati avvicinare da Dio», ha sottolineato Francesco: «Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna. Anche a noi, in modo diverso, Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e per offrirci in dono il suo Figlio». «E noi che cosa facciamo? Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via?», ha chiesto alle migliaia di persone presenti in piazza San Pietro: «Come Maria, offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità, così anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo». Maria, per Francesco, è «modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio, nella nostra vicinanza a Dio, in questo lasciare che Dio si avvicini a noi e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore». Giuseppe, invece, «si fida totalmente di Dio che gli si avvicina e, seguendo il suo invito, non ripudia la sua promessa sposa ma la prende con sé e sposa Maria. Accogliendo Maria, Giuseppe accoglie consapevolmente e con amore Colui che in lei è stato concepito per opera mirabile di Dio, a cui nulla è impossibile». «Giuseppe, uomo umile e giusto, ci insegna a fidarci sempre di Dio, che ci si avvicina: quando Dio ci si avvicina dobbiamo fidarci», ha concluso il Papa. «E a Dio che si avvicina io apro la porta – al Signore – quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera?», la domanda finale di Francesco: «Dio-con-noi, Dio che si avvicina. Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e a cui Dio si avvicina».

«Domenica prossima sarà Natale. In questa settimana – mi raccomando – cerchiamo di trovare qualche momento per fermarci, fare un po’ di silenzio, e immaginare la Madonna e san Giuseppe che stanno andando a Betlemme». È l’invito con cui il Papa ha concluso, a braccio, l’Angelus di ieri. «Immaginare come vanno», ha proseguito: «Il cammino, la fatica, ma anche la gioia, la commozione, e poi l’ansia di trovare un posto, la preoccupazione…, e così via. In questo aiuta molto il presepe». Di qui l’invito: «Cerchiamo di entrare nel vero Natale, quello di Gesù, che ci si avvicina – Dio-con-noi, vicino a noi – per ricevere la grazia di questa festa, che è una grazia di vicinanza, di amore, di umiltà e di tenerezza». Subito dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha chiesto di «pregare affinché il dialogo nella Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese» e ha salutato il «folto gruppo» dell’Unitalsi – «Che bel lavoro che fate voi, grazie tante!» – che ha dato vita a un presepe vivente inclusivo delle persone con disabilità. «Vorrei ringraziare tutte le persone e le istituzioni che ieri hanno voluto esprimermi i loro auguri», ha aggiunto a proposito degli auguri giunti da tutto il mondo per il suo ottantesimo compleanno: «Grazie tante! Auguro a tutti una buona domenica: il tempo è bello».