Vita Chiesa

Papa Francesco: Delegazione anglicana a Messa apertura pontificato

«Noi anglicani – dice il vescovo Hill al Sir – riconosciamo la realtà del primato universale del vescovo di Roma, il problema è la sua giurisdizione, ovvero quanto potere il papato contenga e l’influenza di quest’ultimo sulle chiese locali. L’unica persona che possa rappresentare il cristianesimo globale nel suo ministero episcopale è il vescovo di Roma e c’è un vero riconoscimento, da parte nostra, di questo». «La sensibilità di questo Papa per i temi di giustizia sociale lo avvicinerà all’arcivescovo Welby e promuoverà la cooperazione tra le due Chiese, soprattutto in paesi extraeuropei, come Nigeria e Sudan, dove i cristiani sono minacciati dall’Islam», dice ancora il vescovo Hill.

Secondo il vescovo anglicano, che rappresenta la «Chiesa di Inghilterra» nella commissione Arcic «non sarà facile per la chiesa cattolica e per quella anglicana discutere del contenuto del papato» e ricorda come «la terza commissione Arcic sta lavorando proprio sul tema del rapporto tra chiesa locale e chiesa universale» dove «esiste terreno comune tra le diverse chiese». «Le questioni etiche rimangono un ostacolo – aggiunge – perché gli anglicani sono molto divisi tra di loro, per esempio sui matrimoni gay, e le chiese degli Stati Uniti hanno un punto di vista diverso rispetto a quelle inglesi».

Il vescovo di Guildford trova significativo il fatto «Papa Benedetto XVI e l’arcivescovo di Canterbury si siano dimessi a pochi mesi l’uno dall’altro». «Penso che la decisione di Papa Benedetto sia stata radicale e avrà un impatto sull’etos del papato. Vescovi in tutto il mondo si dimettono, ma questo non succedeva col Papa. Tutto questo è cambiato ma si tratta di un cambiamento positivo», dice ancora il vescovo Hill, «Mi è piaciuto l’approccio molto umile di Papa Francesco alla sua carica di vescovo di Roma e il suo «sense of humour» nelle prime parole che ha pronunciato».