Vita Chiesa

Papa Francesco: «Mai stancarsi di chiedere perdono»

Un applauso fragoroso e prolungato ha accolto, stamattina, l’affacciarsi di Papa Francesco per il suo primo Angelus. Alla folla che ha riempito piazza San Pietro, via della Conciliazione e le strade attigue, il Pontefice, con il volto sorridente, ha rivolto il suo saluto: “Fratelli e sorelle, buongiorno! Dopo il primo incontro di mercoledì scorso, oggi posso rivolgere di nuovo il mio saluto a tutti! E sono felice di farlo di domenica, nel giorno del Signore! Questo è bello è importante per noi cristiani: incontrarci di domenica, salutarci, parlarci come ora qui, nella piazza”. Una piazza, ha sottolineato il Santo Padre, che, “grazie ai media, ha le dimensioni del mondo”. GUARDA IL VIDEO

La pazienza di Dio. In questa quinta domenica di Quaresima, ha ricordato il Santo Padre, “il Vangelo ci presenta l’episodio della donna adultera, che Gesù salva dalla condanna a morte. Colpisce l’atteggiamento di Gesù: non sentiamo parole di disprezzo, non sentiamo parole di condanna, ma soltanto parole di amore, di misericordia che invitano alla conversione”. “Neanche io ti condanno: va’ e d’ora in poi non peccare più!”, dice Gesù. “Eh, fratelli e sorelle – ha sottolineato Francesco -, il volto di Dio è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza! Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che Lui ha con ciascuno di noi? Eh, quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza: ha pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a Lui con il cuore contrito. ‘Grande è la misericordia del Signore’, dice il Salmo”.

Il Padre misericordioso. A proposito della misericordia il Papa ha voluto condividere con i fedeli una lettura che ha fatto. “In questi giorni, ho potuto leggere un libro di un cardinale, il cardinale Kasper, un teologo in gamba, eh? Un buon teologo, sulla misericordia. E mi ha fatto tanto bene, quel libro, ma non crediate che faccia pubblicità ai libri dei miei cardinali, eh? Non è così!”, ha detto spiritosamente. Ma, ha proseguito, questa lettura “mi ha fatto tanto bene, tanto bene. Il cardinale Kasper diceva che sentire misericordia, questa parola cambia tutto. È il meglio che noi possiamo sentire: cambia il mondo. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto”. Per il Pontefice, “abbiamo bisogno di capire bene questa misericordia di Dio, questo Padre misericordioso che ha tanta pazienza. Ricordiamo il profeta Isaia, che afferma che anche se i nostri peccati fossero rossi scarlatti, l’amore di Dio li renderà bianchi come la neve”. È “bello” per il Santo Padre questo aspetto della “misericordia”.

Non stanchiamoci di chiedere perdono. Francesco ha, quindi, raccontato un episodio della sua vita: “Ricordo appena vescovo, nell’anno 1992, è arrivata a Buenos Aires” l’immagine della “Madonna di Fatima. E si è fatta una grande messa per gli ammalati. E io sono andato a confessare a quella messa. E alla fine, quasi della messa, mi alzavo, perché dovevo fare una cresima. È venuta da me una donna anziana, umile, molto umile, untraottantenne. Io l’ho guardata e le ho detto: ‘Nonna – perché da noi si dice così nonna agli anziani: nonna, lei vuole confessarsi?’. ‘Sì’, mi ha detto. ‘Ma se lei non ha peccato’. Lei mi ha detto: ‘Tutti abbiamo peccati’. ‘Ma forse il Signore non li perdona’. ‘Il Signore perdona tutto’, mi ha detto: sicura. ‘Ma come lo sa, lei, signora?’. ‘Se il Signore non perdonasse tutto, il mondo non esisterebbe’”. A quel punto, il Papa ha ammesso: “Io ho sentito una voglia di domandarle: ‘Mi dica, signora, lei ha studiato alla Gregoriana?’, perché quella è la sapienza che dà lo Spirito Santo: la sapienza interiore verso la misericordia di Dio. Non dimentichiamo questa parola: Dio mai si stanca di perdonarci, mai!”. Ma, allora, “qual è il problema?”. “Eh, il problema è che noi ci stanchiamo di chiedere perdono – ha sottolineato il Pontefice -! Lui, mai si stanca di perdonare, ma noi, a volte, ci stanchiamo di chiedere perdono”. Di qui l’invito: “Non ci stanchiamo mai, non ci stanchiamo mai! Lui è il Padre amoroso che sempre perdona, che ha quel cuore di misericordia per tutti noi”. Poi ancora un’esortazione: “E anche noi impariamo ad essere misericordiosi con tutti. Invochiamo l’intercessione della Madonna che ha avuto nelle sue braccia la misericordia di Dio fatta uomo”.

Grazie per l’accoglienza e le preghiere. Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha parlato ancora, ma solo in italiano: “Rivolgo un cordiale saluto a tutti i pellegrini. Grazie della vostra accoglienza e delle vostre preghiere. Pregate per me, ve lo chiedo”. “Rinnovo il mio abbraccio ai fedeli di Roma e lo estendo a tutti voi – ha continuato -, e lo estendo a tutti voi che venite da varie parti dell’Italia e del mondo, come pure a quanti sono uniti a noi attraverso i mezzi di comunicazione”. Ancora una volta, poi, il Santo Padre è tornato sulla scelta del nome Francesco: “Ho scelto il nome del patrono d’Italia, San Francesco d’Assisi, e ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra, dove, come sapete, sono le origini della mia famiglia”. Ma, ha anche chiarito, “Gesù ci ha chiamato a far parte di una nuova famiglia: la sua Chiesa, in questa famiglia di Dio, camminando insieme sulla via del Vangelo. Che il Signore vi benedica, che la Madonna vi custodisca. E non dimenticate questo: il Signore mai si stanca di perdonare! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono”. Infine, Francesco ha augurato a tutti “buona domenica e buon pranzo!”. Queste ultime parole ancora sono state accolte da un grandissimo applauso.

Il primo tweet. Al termine dell’Angelus è arrivato il primo tweet di Papa Francesco: “Cari amici – scrive – vi ringrazio di cuore e vi chiedo di continuare a pregare per me”. Sull’account @pontifex in nove lingue oltre 3 milioni e 400 mila followers seguono il Papa.

Stamani il Papa aveva celebrato la Messa nella parrocchia vaticana di Sant’Anna.Francesco ha ricordato ai presenti che Gesù si è fatto uomo per portare nel cuore di tutti la misericordia infinita di Dio. Nella semplicità e spontaneità di un pastore tra il suo gregge nel giorno del Signore, Papa Bergoglio ha commentato l’episodio evangelico del perdono concesso da Gesù all’adultera e ha precisato che anche a noi oggi piace ascoltare la parola del Figlio di Dio, ma, allo stesso tempo, a volte, “ci piace bastonare e condannare gli altri”. Al termine della Messa il Santo Padre ha presentato alcuni partecipanti alla celebrazione. “Ci sono alcuni che non sono parrocchiani: questi preti argentini, uno è il mio vescovo ausiliare, ma per oggi saranno parrocchiani. Ma voglio farvi conoscere un prete che viene da lontano, che è venuto, un prete che da tempo lavora con i ragazzi di strada, con i drogati. Per loro ha aperto una scuola, ha fatto tante cose per far conoscere Gesù, e tutti questi ragazzi e ragazze di strada oggi lavorano con lo studio che hanno compiuto, hanno capacità di lavoro, credono e amano Gesù”. Il Papa ha chiamato il sacerdote all’ambone e lo ha presentato ai fedeli: “Vieni per salutare la gente: pregate per lui. Lui lavora in Uruguay, è il fondatore del Liceo Jubilar Juan Pablo II: lui fa questo lavoro. Non so come oggi sia arrivato qua: lo saprò! Grazie. Pregate per lui”. Dopo i saluti ai parrocchiani il Papa, uscito dalla Chiesa, si è avvicinato a via di Porta Angelica, dove si affaccia Porta Sant’Anna – uno degli ingressi alla Città del Vaticano – per salutare le migliaia di persone che desideravano salutarlo prima che rientrasse nel Palazzo Apostolico per la recita del suo primo Angelus.

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